The Shop Around the Corner,
Usa 1940 MGM,
con James Stewart, Margaret Sullivan,
regia di Ernst Lubitsch
Il grande magazzino Matuschek and Company e’ un microcosmo dove si intrecciano le vite dei dipendenti e del proprietario Hugo Matuschek, maturo signore che scopre il tradimento della la moglie con un suo dipendente, licenzia l’impiegato sbagliato e finisce per cercare di suicidarsi, salvato in extremis dal fattorino Pepi. Intanto i giovani commessi Kralik e Klara non si sopportano e litigano sempre non sapendo di essersi gia’ innamorati per via epistolare, in un carteggio nato senza svelare le proprie identita’.

Va detto che una volta tanto la traduzione italiana del titolo, che sposta l’attenzione dal “negozio dietro l’angolo”, palcoscenico delle vicende corali del film, alla liason epistolare tra i due protagonisti che si scrivono fermo posta ignorando la propria identita’, e’ stata lungimirante visto che le schermaglie amorose basate sull’anonimato saranno poi riprese nel 1998 da C’e’ post@ per te di Nora Ephron.
Scrivimi fermo posta risente della pesante atmosfera dello scoppio della seconda guerra mondiale e Lubitsch si rifugia nel mondo piccolo borghese di Budapest, ricostruendo una perfetta atmosfera mitteleuropea che la guerra si portera’ via per sempre.
Un film delizioso, che testimonia la finezza psicologica del maestro berlinese nel delineare i caratteri dei personaggi, pavidi come Pirovitch (interpretato da Felix Bressart, il Buljanoff di Ninotchka) che, siccome tiene famiglia, ogni volta che il burbero Matuschek chiede un’opinione sincera si toglie dalla circolazione, oppure untuosamente adulatori come l’infido Vadas (fisicamente identico al Gastone di Walt Disney).
Forse il piu’ bel film di natale di tutti i tempi che sa racchiudere la malinconia e la voglia di buoni sentimenti di questo periodo, sempre con il tocco leggero e cinico di Lubitsch, sublime quando l’ormai solo Matuschek si ritrova a dover invitare alla cena della vigilia il nuovo fattorino Rudy: e’ lampante che sia solo una scelta di convenienza ma tutto sommato ci illudiamo che sia la nascita di una grande amicizia.
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