Il cinema Massimo di Torino ha dedicato due serate a Giovanni Pastrone: lunedì 13 gennaio si è analizzato il suo ruolo di regista presentando Maciste del 1915 mentre ieri si è posto l'accento sulla sua figura di produttore presentando tre comiche di Cretinetti e concludendo la serata con La guerra e il sogno di Momi diretto dallo spagnolo Segundo de Chomon.
Cretinetti è una maschera comica degli anni '10 creata dall'attore francese André Deed. Già attore comico in Francia, Deed si trasferisce in Italia nel 1908 e proprio per la Itala film crea il personaggio che lo ha reso celeberrimo (vi rimando a wikipedia per l'elenco dei nomi stranieri con cui Cretinetti era conosciuto nel resto d'Europa).
Le comiche proiettate ieri sera sono state La paura degli aeromobili nemici del 1915, Il Natale di Cretinetti del 1911 e Cretinetti che bello! del 1909: il rovesciamento temporale è giustificato dalla qualità crescente delle opere; nel primo cortometraggio Cretinetti si sposa con Dulcinea ma appena terminata la cerimonia il corteo nuziale legge un manifesto di allerta contro l'attacco degli aeromobili nemici, scatta il panico e Cretinetti si preoccupa più di mettere in essere i precetti che di festeggiare e consumare le nozze, finendo per demolire l'intero palazzo dopo aver scambiato il clacson di un autista, amante della portinaia, per l'allarme antiaereo e alla fine i poliziotti lo prelevano per spedirlo al fronte proprio nella contraerea. Più che essere colpita dal comico francese in questa prima comica mi ha colpito la verve di Dulcinea, la neo sposa, spalla di gran parte delle gag, interpretata dall'attrice francese Léonie Laporte.
Ne Il Natale di Cretinetti il nostro eroe, mentre si reca a una festa natalizia carico di doni, si scontra con un passante e per errore porta con sé tre bottiglie di etere che nei vari urti si rompono; gli effluvi avranno effetti devastanti sugli ospiti della festa, i condòmini e sull'intero palazzo che finisce per ballare anticipando -comicamente- le visioni cittadine di Dziga Vertov.
Cretinetti che bello! vede il comico abbigliarsi con gran cura per partecipare a una cerimonia di nozze, il pezzo forte del look sono un paio di scarpe dalla punta talmente lunga che solo i Leningrad Cowboys oseranno replicare. L'azzimato Cretinetti fa perdere alla testa a tutte le donne che incontra, compresa la futura sposa: tutte si gettano al suo inseguimento fino a smembrarlo ma il corpo del comico si ricompatta appena le vittime del suo fascino si allontanano. La comica più breve delle tre è quella più fulminante: il colpo di scena del corpo che esplode sotto gli strattoni e poi si ricompone riesce ancora a sorprendere il pubblico.
Segundo de Chomón è una figura leggendaria degli albori del cinema, allievo di Méliès, da cui eredita lo spirito fantastico grazie al talento per gli effetti speciali. Dal 1912 è in Italia assunto dall'Italia film, fotografo di Cabiria è l'inventore del carrello e il film del 1917 La guerra e il sogno di Momi è considerato il primo film d'animazione italiano (anche se riprende le tematiche e la battaglia dei soldatini de Il sogno del bimbo d'Italia 1915, di Riccardo Cassano)
Momi è il figlio di un ufficiale in guerra, una lettera del padre letta dal nonno al piccolo e alla madre racconta di Berto, un piccolo montanaro che con coraggio corre a chiamare l'esercito italiano perché il povero casolare dove vive con la madre è stato scelto dagli austriaci come avamposto. Gli italiani salvano la donna e riconquistano il terreno. Dopo la lettura Momi torna a giocare con i suoi soldatini ma presto si addormenta e sogna l'escalation dello scontro tra l'amato Trik e il crudele Trak, ben presto i due burattini schierano i rispettivi eserciti e scatenano una guerra devastante sulla città di Lilliput, il sogno è così realistico che il bambino si sveglia convinto di esser stato punto dalle baionette.
Opera sicuramente retorica con il contrasto, raccontato dal montaggio alternato, tra la famiglia trepidante ma al sicuro rispetto alle trincee e alle persone che si trovano in prima linea, il film vira del tutto inaspettatamente nella dimensione fantastica del sogno eliminando tutti gli attori in carne e ossa per dar vita a un film di animazione in stop-motion perfetto, totalmente credibile ancora oggi.
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