Intolerable Cruelty
USA 2003, Universal Pictures
con George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Geoffrey Rush, Billy Bob Thornton, Cedric The Entertainer, Edward Herrman, Paul Adelstein, Julia Duffy, Jonathan Hadary, Stacey Travis
regia di Joel Coen
Miles Massey, abilissimo avvocato divorzista smaschera il piano di Marilyn Rexroth che aveva incastrato il marito fedifrago sposato per interesse e fa svanire la lauta rendita della donna, Marilyn allora escogita una raffinata e complicata vendetta ai danni dell’avvocato che fin da subito si era rivelato sensibile al suo fascino…
Una divertente commedia uscita nel periodo più oscuro delle traduzioni dei titoli in italiano, l’acme di Se mi lasci ti cancello sarà raggiunto l’anno seguente, nel 2004.
Alla regia troviamo solo uno dei fratelli Coen, Joel ma la gestazione contempla anche Ethan, si tratta infatti della ripresa di una loro vecchia sceneggiatura riaffidata a loro da una major.
Il film è un chiaro tributo alle commedie sofisticate degli anni ’30, George Clooney, all’apice del successo gioca a fare Cary Grant (anche se il look sfatto durante la conferenza ricorda il Jimmy Stewart di Mr. Smith va a Washington) ma non manca una stoccata autoironica: si scopre che il presunto petroliere sposato da Marilyn firmando l’imbattibile accordo prematrimoniale di Massey è un attore mentre recita in un medical drama, proprio il genere televisivo che ha lanciato Clooney con E.R.
I fratelli Coen sono molto a loro agio con la rilettura della screwball comedy: i personaggi bizzarri di contorno sono da sempre una loro prerogativa che probabilmente deriva dalla passione per quelle commedie, purtroppo però la storia è un po’ troppo arzigogolata, divisa in tre parti: il primo atto sul divorzio dei
Rexroth è perfetto e fa una strana impressione vedere nei panni del marito farfallone Rex Rexroth l’attore Edward Herrmann, ovvero l’impassibile nonno di Rory Gilmore di Una mamma per amica (a pensarci pure questa… gran traduzione!)
La seconda parte vede la grande prova di Billy Bob Thornton nei panni del (presunto) petroliere Howard Doyle, la terza ed ultima parte è un po’ delirante con il continuo gioco tra le alterne vicende di ricchezza e miseria dei due protagonisti e le prove d’amore stracciando prematrimoniali, quando era chiaro fin dall’inizio che l’amore avrebbe trionfato…almeno per un po’, vista la natura “squalesca” dei due soggetti, rappresentata dall’ossessione per i denti bianchi di Miley (l’inquadratura iniziale dello sbiancamento dei denti potrebbe essere citata dall’inizio di Gomorra?) e dalla battuta “non sai quanto” sardonica risposta alla domanda se è carnivora, data da Marilyn, interpretata da una Catherine Zeta-Jones davvero bellissima.
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