Germania 1943 UFA
con Hans Albers, Ferdinand Marian, Hermann Speelmans, Ilse Werner, Brigitte Horney, Käthe Haack
regia di Josef von Baky
Dopo una festa in costume, il barone di Munchhausen rievoca le avventure del famoso antenato settecentesco: la conoscenza con Cagliostro, la relazione con Caterina di Russia, il viaggio sulla palla di cannone che lo rende schiavo dei turchi, la liberazione grazie a una scommessa con il sultano e conseguente fuga con Isabella d'Este dall'harem alla volta di Venezia, qui sfugge all'inquisizione su un pallone aerostatico che porta Munchhausen e il suo fedele servo Christian sul lato nascosto della Luna..
Il barone di Munchhausen ha segnato la mia infanzia con il suo spirito avventuroso e fantastico: era, se non erro, un classico natalizio poi è scomparso per decenni dai palinsesti televisivi.
Sono contentissima di aver ritrovato intatto la fantasmagoria che mi aveva colpito da bambina, i colori e i toni da cartone animato e anche di non dover provare imbarazzo perché il film è in realtà un caposaldo della propaganda nazista, fortunatamente non nei contenuti, puramente d'evasione, ma nell'esaltazione tecnica del cinema tedesco: per il venticinquesimo anniversario della fondazione dell'UFA, Goebbels voleva dimostrare che la cinematografia tedesca era tecnologicamente avanzata come quella americana e in grado di offrire un prodotto simile se non superiore a Il Mago di Oz del 1939 e al cartoon della Disney Biancaneve e i sette nani che nel 1937 era stato eletto miglior film.
Per l'adattamento si sceglie un classico fantastico della letteratura tedesca, Il barone di Munchhausen che già Melies aveva portato sul grande schermo nel 1911.
Imponente la realizzazione: nel cast compaiono i grandi nomi della cinematografia tedesca, anche se i ruoli sono brevi; le porcellane per la cena di gala alla corte di Caterina di Russia sono vere porcellane Meissen settecentesche; le riprese a Venezia furono realizzate nella città lagunare e per realizzarle si chiuse per un giorno il Canal Grande.
Anche dal punto di vista degli effetti speciali la pellicola si rivelò all'altezza degli standard dell'epoca con il segmento sulla luna con gli abitanti della luna che possono staccarsi a piacere la testa dal corpo.
Coloratissimi e fantasiosi i costumi che variano dalla fedeltà storica dell'abbigliamento del doge alla rivisitazione giocosa degli abiti turchi con turbanti e barbe esagerate.
La trama è l'esaltazione dello spirito avventuroso, della curiosità per il mondo tanto che Muunchausen rinuncia al potere offertogli da Cagliostro in nome delle avventure e le donne, il finale che non rivelerò data la poca diffusione della pellicola, rappresenta il classico spirito fantastico tedesco, facendo slittare nel gotico i toni ironici che hanno caratterizzato tutta la pellicola, giusto corrispettivo dello slittamento iniziale quando l'interruttore della luce e l'auto parcheggiata in giardino fanno capire che la scena del ballo iniziale non era ambientato nel '700 ma si trattava di un ballo in costume.
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