Marcel the Shell with Shoes On
USA 2021
regia di Dean Fleischer Camp
Mardel è un gasteropode che vive con la nonna Connie in una casa messa in affitto su Airbnb dopo che la coppia che l'abitava si è separata. Dean, un cineasta che ha affittato la casa si accorge della conchiglia con le scarpe e inizia a girare un documentario su di lui, scoprendo che la separazione della coppia ha causato anche la perdita della comunità di Marcel: le altre conchiglie sono finite nella valigia dell'uomo che ha lasciato la casa. Il documentario inizia ad avere successo e Marcel spera di poter sfruttare l'inaspettata fama per ritrovare il resto della sua famiglia ma i fan dei social si limitano a aggirarsi attorno alla casa di Marcel per fare i selfie, causando anche un incidente a nonna Connie. Arriva anche una chiamata da 60 minutes, il programma preferito di Marcel e Connie ma preoccupato per la salute della nonna, la piccola conchiglia rifiuta di farsi intervistare, Connie allora finge di essersi ripresa per far sì che Marcel partecipi al programma, sarà la loro ultima avventura ma dopo qualche mese arriva la buona notizia e Marcel ritrova la sua comunità anche se la felicità resta una questione strettamente personale...
Paradossalmente quella di Marcel potrebbe essere una storia vera: non ho ancora 60 primavere ma mi ricordo benissimo di piccole lumachine dalla conchiglia a spirale allungata proprio come quella di Marcel che vivevano sotto gli arbusti e che sono state le prime vittime dell'inquinamento, infatti non le ho mai più viste dall'inizio degli anni '80. La voglia di ritrovare questo ricordo d'infanzia mi ha riportata al cinema senza sapere nulla della fama sul web della "conchiglia con le scarpe": il lungometraggio nasce sulla scia di tre corti virali che il regista ha realizzato tra il 2010 e il 2014 con l'allora compagna Jenny Slate, voce originale di Marcel anche nel lungometraggio.
Il mockumentary sulla bizzarra creatura parte mostrando l'ingegno che Marcel e Connie devono usare per sopravvivere alla perdita della comunità; un frullatore legato al ramo dell'albero fa cadere i frutti che ai tempi felici della vita in comune sarebbe stato scosso dalle altre conchiglie; Marcel vive in una camerfetta perché il letto della sua cameretta è composto da due fette di pancarré mentre nonna Connie è diventata un'abile giardiniera e ha stretto un legame molto forte con gli insetti del giardino. Tutto divertente, con bellissimi giochi di messa a fuoco che fanno la gioia degli amanti della macro tra stop motion e sfondi reali, ma un senso di malinconia e tragedia pervade impalpabilmente le interviste, fino a quando si svela il dramma che ha segnato la vita di Marcel, la rottura della coppia che abitava la casa ha segnato la dispersione della sua famiglia e della sua comunità: le piccole conchiglie che per sfuggire alle liti dei fidanzati si riparava nel cassetto dei calzini, vengono rovesciati in valigia e se ne vanno con l'uomo mentre Marcel e la nonna guardavano il loro programma preferito, quel 60 minutes che riunirà Marcel alla sua famiglia.
La decisione di pubblicare sul web le interviste a Marcel, portano una fama inaspettata quanto inutile: la diretta in cui Marcel chiede espressamente aiuto per ritrovare la sua famiglia ha successo ma resta letteralmente inascoltata, una pioggia di cuori e stelline ma nessuno si interessa al dramma del protagonista anzi i "fan" riescono a trovare l'abitazione della conchiglia che diventa meta per i selfie senza rispetto per i minuscoli abitanti e infatti l'unico giorno in cui Marcel è fuori casa la nonna rischia di restare travolta dall'ondata di ammiratori. Una visione realistica ma forse un po' troppo pessimistica dei social, è vero che ci accontentiamo di una parvenza di amicizia virtuale sul web ma affidare ancora il ruolo risolutore a uno storico programma tv, (una via di mezzo tra Chi l'ha visto e C'è posta per te, mi par di capire) non mi sembra una presa di posizione così indie.
Toccante la parte finale del film con la nonna che si finge guarita pur di convincere Marcel ad affrontare la vita invece di chiudersi per paura di perdere quel poco che gli è rimasto, i mesi di solitudine dopo la morte di Connie con l'unico conforto dell'amicizia di Dean e poi il ritrovamento dei parenti grazie alla struttura più solida e giornalistica del medium televisivo, un film d'animazione si fermerebbe al lieto fine e Marcel the shell sarebbe un ottimo film anche così ma la coda finale è forse il tocco più umano, realistico e innovativo dell'opera: nonostante la gioia del ritrovamento dei genitori e della numerosa famiglia, Marcel non può più rinunciare alla sua solitudine e così si ritaglia uno spazio tutto per sé scoprendo di essere in connessione con l'intero universo, continua anche il legame con Dean che ha trovato una nuova casa e probabilmente un nuovo amore: la vita continua ma soprattutto cambia.
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