Experiment Perilous
USA 1944, RKO
con Hedy Lamarr, George Brent, Paul Lukas, Albert Dekker, Carl Esmond, Olive Blakeney, George N. Neise, Margaret Wycherly, Stephanie Bachelor
regia di Jacques Tourneur
America, 1903: in un viaggio in treno durante una tempesta, lo psichiatra Huntington Bailey fa amicizia con Cissie Bederaux, ricca newyorkese di mezz’età visibilmente spaventata dal maltempo. La donna racconta al dottore che sta tornando a casa dopo una lunga convalescenza ma si dimostra infastidita all’idea di ritornare ad abitare nella casa dì famiglia ora residenza del fratello Nick e la sua bellissima moglie, Allida, tanto da chiedere a Huntington di riservarle una camera nel suo hotel il che causa uno scambio di borse tra i bagagli di Cissie e del dottore. La sera stessa Bailey viene a sapere che la donna è morta e riceve nuove informazioni sulla bellissima e misteriosa Allida che conosce dopo pochi giorni. Leggendo il diario ritrovato nella borsa di Cissie di cui è venuto in possesso con lo scambio, Bailey ha conferma delle impressioni ricevute conoscendo il celebre Nick Bederaux: dietro all’immagine del filantropo si cela un’indole perversa al limite della psicopatia. Bederaux intanto chiede al dottore di prendere in cura la moglie che ritiene troppo apprensiva con il figlio e sull’orlo della pazzia…
Lontano dalle atmosfere orrorifiche della sua celeberrima trilogia, Tourneur si cimenta con un melodramma dalle atmosfere gotiche, il risultato è discreto, sicuramente troppo verboso e presenta alcune similitudini con Angoscia, il film di George Cukor con Ingrid Bergman uscito nello stesso anno ed è bizzarro che il titolo italiano di Gasligth -Angoscia- sia quello francese per Experiment Perilous, Angoisse.
La versione passata sabato scorso a Fuori Orario era colonizzata, tecnica che non amo particolarmente, per cui i paesaggi idilliaci della giovinezza di Allida sono ancora più oleografici che in bianco e nero e non so se la tempesta iniziale del treno a cui corrisponde l’esplosione finale degli acquari di casa Bederaux perdano in potenza con la colonizzazione.
Il film sembra seguire una nuova moda cinematografica tracciata da Rebecca la prima moglie l’abbandono dei mad doctor per passare ad analizzare i drammi nascosti dei legami familiari con tutta una serie di coniugi più o meno pazzi che infieriscono psicologicamente sulle e sui consorti, oltre che ad Angoscia penso a Il Castello di Dragonwich per arrivare a Femmina folle.
Un altro modello cinematografico in auge nel cinema americano degli anni 40 e 50 è quello dell’arte con il doppio rappresentato da dipinti, in Schiava del male troviamo sia il dipinto di Allida che la mostra bloccata nel mondo perfetto ma a lei estraneo creato dal marito che un angosciante testa scultorea di Medusa: l’espressione torva sottolinea lo sconcerto creato dalla morte di Cissie e da il falso indizio che la malefica di famiglia sia Allida anziché il marito.
La ricostruzione dell’atmosfera Belle Époque è perfetta negli arredi liberty della hall dell’albergo e nei costumi, Elaine che saluta Bailey al grande magazzino riprende abito e posa di una copertina di una rivista femminile d’inizio secolo.
Interessante anche il gioco di scale: lo scalone che porta al piano nobile sembra essere un reperto scenografico de L’orgoglio degli amberson, l’angusta scala a chiocciola che porta alle camere da letto sottolinea il bipolarismo di Bederaux: appariscente esteriormente e squallido nell’intimità, le valenze psicanalitiche della scala come elemento di congiunzione tra razionalità e subconscio saranno magistralmente rappresentate ne La scala a chiocciola.
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