Italia 2022
con Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia, Giulia Testi, Luigi Vestuto, Luigi Lo Cascio
regia di Susanna Nicchiarelli
Assisi, 1211: la diciottenne Chiara abbandona la sua nobile casa con l’amica Pacifica per seguire l’esempio di Francesco e vivere in povertà al servizio degli altri. La raggiunge anche la sorella Agnese per sfuggire a un matrimonio di convenienza. Ben presto l’esempio di Chiara diventa un richiamo per molte donne per l’ideale di uguaglianza tra i membri della sua congrega. Mentre Francesco è in Oriente iniziano gli attriti: a Chiara e le sue sorelle viene proibito di raggiungere la Terra Santa e anche la loro condizione di donne senza protezione diventa un impedimento per poter muoversi liberamente e si inizia a parlare di clausura. Francesco di ritorno dal suo pellegrinaggio approva una regola lontana dal suo progetto iniziale che rischia d’incrinare il rapporto con Chiara, ma i due si riconciliano prima della morte di Francesco. Il film si conclude con Chiara che riesce a far approvare dal nuovo papa Gregorio IX la regola delle Clarisse, la prima regola scritta da una donna.
L’originale scelta stilistica di un biopic che ibrida diversi generi, fino al musical medievaleggiante per gettare una luce su Chiara, la più devota seguace dell’ideale francescano ma anche la più radicale, forse per questo la sua reale vicenda si è un po’ persa nel tempo idealizzata nella fedele apostola francescana.
Questo ideale terzo capitolo della trilogia sul femminile che parte con Nico 1988 e prosegue con Miss Marx, pur essendo il più lontano nel tempo, affronta tematiche attualissime come l’auto determinazione della donna, le difficoltà a riconoscere la sua indipendenza e la libertà di muoversi, proponendo sempre una soluzione costrittiva a fin di bene, per protezione.
Se il messaggio sul femminile arriva forte e chiaro, stilisticamente il film mescola diversi riferimenti a capisaldi dei film religiosi, l’ingenua allegria che arriva dal Francesco, giullare di Dio di Rossellini, il naturalismo zeffirelliano che sposa il rigore storico di Pasolini (stesso set di Uccellacci e uccellini) la dimensione hippy e rivoluzionaria di Jesus Christ Superstar declinata in canzoni medievaleggianti, inserti che possono spiazzare lo spettatore ma la soluzione del canto balletto sul nome di Chiara è geniale per raccontare come la scelta e l’esempio della giovane passano di bocca in bocca tra le donne che vedono nella sua scelta un modello non solo religioso ma anche di affrancamento dall’imposizione maschile.
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