A Woman's Secret
USA 1949, RKO
con Maureen O'Hara, Melvyn Douglas, Gloria Grahame, Bill Williams, Victor Jory, Mary Philips, Jay C. Flippen, Robert Warwick, Ellen Corby
regia di Nicola Ray
Tornata a casa da una registrazione radiofonica, la cantante Susan Caldwell nota come Estrellita ha un alterco con Marian Washburn, sua coinquilina e mentore. Si sente uno sparo e Susan resta ferita gravemente, Marian si autodenuncia alla polizia ma il compositore Luke Jordan che conosce bene entrambe le donne, non crede alla colpevolezza di Marian e fa di tutto per discolparla…
La seconda regia di Nicholas Ray (in realtà la prima ma l’uscita fu posticipata da Hughes) è la trasposizione del romanzo
Mortgage on Life di Vicki Baum, sceneggiato da Herman J. Mankiewicz, il Mank di Quarto Potere.
È un film bizzarro non molto riuscito che si sposta tra vari generi cinematografici. L’apertura è tipica del noir: l’alterco tra le due donne, Susan che si ritira nella sua stanza, Marian che la raggiunge e si ferma sulla soglia, a questo punto la macchina da presa torna in soggiorno dove la cameriera sta riordinando e si sente lo sparo: chi ha sparato? È stata davvero Marian o in camera c’era qualcun altro? La struttura a flash back della confessione di Marian e delle ricostruzioni di Luke Jordan appartengono ancora al noir ma il film ha un lieto fine che non appartiene assolutamente al genere: la differenza tra noir e thriller è sostanzialmente nel fatto che la risoluzione del giallo non è confortante e deve mancare l’happy end.
Il racconto del rapporto tra Marian e Susan ci porta sul terreno del melodramma e del “woman’s movie”: Marian avrebbe potuto diventare una cantante di successo ma inspiegabilmente perde la voce e decide di ritirarsi dalle scene, quando incontra casualmente Susan a un provino organizzato da Luke, è determinata a prendersi cura della ragazza e a far fiorire il suo talento come non ha potuto fare con il proprio ma Susan è una ribelle, personaggio tipico della produzione di Ray che alla fine delle riprese avrebbe sposato Gloria Grahame, a cui ha costruito un personaggio dai contorni molto sfumati ed ambigui: Susan è la ragazza talmente ingenua da rasentare il naïf e non esser consapevole della sensualità con cui seduce gli uomini quando canta o è una maschera? Questo mistero non viene svelato, come lo studio d’archivio sui materiali di Kane non ci rivelavano cos’era Rosabella.
L’alterco tra Marian e Susan che porta allo sparo nasce proprio dalla decisione della seconda di lasciare definitivamente la carriera di cantante e qui le sfumature del rapporto tra le due donne si fanno intriganti, la proiezione delle ambizioni perdute di Marian deluse per l’ennesima volta, la fuga di Susan da un rapporto opprimente madre/figlia o addirittura dalle venature lesbiche anche se le due donne orbitano attorno al fascinoso Luke Jordan che Susan cerca di sedurre pur sapendo lo stretto legame che lo lega a Marian.
Lo studio su questo groviglio di sentimenti si perde con l’entrata in scena di un nuovo personaggio, Mary, la moglie dell’ispettore Fowler, introdotta come la moglie arguta del poliziotto che segue il caso e a cui il compositore si è attaccato per convincerlo dell’innocenza di Marian; in realtà Mary è una detective in erba che conduce indagini parallele all’insaputa del marito, per i siparietti il pensiero va all’Uomo ombra la cui serie di era conclusa l’anno precedente: i Fowler sembrano essere una citazione piccolo borghese dei Charles.
Tra le stranezze del film c’è il fatto che [spoiler] a sparare è stata proprio Marian, l’unica cosa che il risveglio di Susan dall’intervento rivela, è che il colpo è partito accidentalmente, il che permette la scarcerazione della donna che finalmente si sistema con il suo compositore.
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