Italia 2023
con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni, Francesco Centorame, Lele Vannoli, Paola Tiziana Cruciani, Alessia Barela, Federico Tocci
regia di Paola Cortellesi
Roma, immediato dopo guerra: Delia, sposata a un uomo violento ha come ragione di vita il matrimonio della primogenita Marcella con un ragazzo benestante ma quando si accorge che anche il futuro genero è un violento compirà un gesto impensabile per impedire le nozze. Con l’aiuto della figlia farà tutto ciò che in suo potere per cambiare anche la sua vita.
Come sempre l’acclamato capolavoro campione d’incassi non è un’opera che cambia la storia del cinema ma sicuramente un bel film. Ho avuto qualche difficoltà ad entrare in sintonia con l’opera perché la scena iniziale, lo schiaffo immotivato al risveglio pone il film in una posizione di pantomima, anche il primo pestaggio risolto come un balletto non mi ha convinto molto: in un momento in cui la violenza di genere è un’emergenza (Inter)nazionale fatico molto ad accettare la leggerezza, per quanto poetica sul tema, che ammetto pensavo fosse quello principale di C’è ancora domani mentre il tema è tutt’altro, tema che è riuscito a commuovermi ma resto sempre “l’inguaribile romantica” che in Casablanca non batte ciglio per Rick ed Ilsa ma frigna come una fontana quando intonano la Marsigliese alla faccia dei nazisti.
Quindi sì, ho apprezzato il film dell’anno anche per il colpo di scena finale: Delia rincorre ben altro che il progetto di fuga con il metalmeccanico Nino.
Resta qualche fastidio personale: la rievocazione dell’innamoramento tra Delia e Ivano mi ha ricordato un po’ troppo la loro parodia di Sandra e Raimondo del video dei Tiromancino, la scena in chiesa è anacronistica perché fino a una decina di anni fa in chiesa gli uomini e le donne stavano rigorosamente distinti, gli uni n una fila di banchi, le altre nell’altra.
È un film che cita il neorealismo? Forse più il neorealismo rosa che il neorealismo vero e proprio, ma è un film che vuole parlare del presente: l’allusione alla disparità salariale e i continui inviti a tacere e a non impicciarsi delle questioni “serie” sono smacchi che qualsiasi donna, di qualunque ceto, come nel film, si sente rivolgere ancora oggi.
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