GB 2003
con Hugh Grant, Emma Thompson, Rowan Atkinson, Colin Firth, Liam Neeson, Alan Rickman, Laura Linney, Martine McCutcheon, Thomas Brodie-Sangster, Chiwetel Ejiofor, Andrew Lincoln, Keira Knightley, Rodrigo Santoro, Martin Freeman, Claudia Schiffer, Billy Bob Thornton, Bill Nighy, Rory MacGregor, Chris Marshall, Heike Makatsch
regia di Richard Curtis
Film corale che racconta dieci storie d’amore tra personaggi legati tra loro da vincoli di amicizia, lavoro o parentela.
S’indagano diverse sfumature amorose, non solo quelle romantiche ma anche la dedizione di una sorella al fratello malato per cui rinuncia a coronare un amore ricambiato, l’impegno di un vedovo verso il figliastro di dieci anni che aiuta a conquistare la più bella della classe e la strana coppia della rock star decaduta e il suo manager che sono la vera chicca del film: la vecchia gloria del rock Billy Mack cerca di ritrovare il successo con una hit natalizia ma sarà la candida volgarità con cui ammette nelle interviste che la canzone è pessima e ha solo scopi commerciali a farlo arrivare in vetta alle classifiche.
Peccato che la regola dell’estrema onestà da humor british non valga anche per la pellicola considerato ormai un classico natalizio e il canto del cigno della commedia romantica inglese; personalmente trovo che Love Actually sia più una commedia sentimentale perché prevalgono i toni un po’ melensi e certi cliché, su tutti il marito che tradisce la moglie con la collega più giovane: per uscire dal cliché sarebbe stato necessario approfondire; cosa impossibile per la scelta di raccontare troppe storie e francamente quella del fattorino Colin convinto di avere successo in amore negli USA si poteva tagliare.
Anche la relazione tra lo scrittore Jamie Bennett e la colf portoghese che s’innamorano senza capire i rispettivi idiomi e che è la storia più romantica di Love Actually viene un po’ buttata in caciara dal finale sopra le righe in quel di Lisbona.
Recentemente il regista ha detto che avrebbe dovuto scegliere un cast più inclusivo: vent’anni fa la mentalità era diversa ma che l’unico personaggio di colore sia il marito di Juliet, di cui è innamorato anche il suo migliore amico Mark che la notte di Natale le confessa i suoi sentimenti con i cartelli, sembra una scelta studiata per rendere più accettabile il comportamento di Mark in quella che oggi è considerata una scena cult.
A far prevalere i pro del film nel mio gusto personale arriva il doppio cameo di Rowan Atkinson, che odio come Mr. Bean, ma nei panni del deus ex machina che permette a Sam di superare i tornelli dell’aeroporto per raggiungere Johanna (con una mezza citazione de Il Laureato) e soprattutto nel ruolo del commesso del grande magazzino ha omaggiato egregiamente il mio caratterista preferito delle vere commedie romantiche: Edward Everett Horton.
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