Illusions perdues
Francia, 2021
con Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Jeanne Balibar, Gérard Depardieu, Louis-Do de Lencquesaing, André Marcon, Salomé Dewaels, Jeanne Balibar, Jean-François Stévenin
regia di Xavier Giannoli
Nella Francia della Restaurazione, il giovane Lucien Chardon sogna di diventare un poeta e di rivendicare i quarti di nobiltà materni firmandosi Lucien de Rubempré. Protetto da una nobildonna locale, Lucien ben presto s’innamora, ricambiato, della sua mecenate e per sfuggire alle chiacchiere di paese i due fuggono da Angoulême per cercare fortuna a Parigi. Ben presto Louise de Bargeton si accorge che il giovane protetto è impresentabile in società e lo abbandona al suo destino. Lucien, nel tentativo di far pubblicare le sue poesie, scopre il mondo del giornalismo e il potere della stampa. Desideroso di vendicarsi del rifiuto della nobiltà, il giovane diventa una penna affilata e si fa una posizione tra i liberali, a rovinarlo sarà il suo desiderio di veder riconosciute le sue nobili origini che lo portano a tradire le riviste liberali per entrare in un giornale monarchico che ben presto fallisce lasciando Lucien sul lastrico ed esposto alla vendetta degli ex colleghi di cui farà le spese anche la sua giovane amante, Coralie, un’attricetta stroncata mentre debutta in un’opera di prestigio
Ispirandosi al secondo volume dell’omonimo romanzo in tre parti di Honoré de Balzac, il regista francese Xavier Giannoli torna ai temi analizzati in Marguerite, il film del 2015 che gli ha dato la notorietà internazionale e cioè il confronto tra arte e critica e il peso di quest’ultima nel determinare il successo di un’opera o di un artista.
La trasposizione del romanzo balzachiano che ha vinto sette César nel 2022, è fedele soprattutto nella ricostruzione storica con la macchina da presa al servizio di una vicenda che si annovera tra i capolavori (Proust dixit) della sterminata produzione della Comedie humaine.
Pur sfrondata di molti personaggi e, come già detto, incentrata sul capitolo centrale del romanzo, il film di Giannoli mantiene lo spirito romantico dell’opera con Lucien diviso tra l’amore angelicato per la bella Louise e quello carnale per Coralie, l’attrice che viene dalla strada, follemente innamorata di Lucien il cui destino è già segnato dalla tisi. I protagonisti incarnano perfettamente lo spirito della letteratura ottocentesca francese.
Illusioni perdute però non è solo la bella riduzione di un celeberrimo romanzo, il film si dimostra profondamente attuale nello svelare i retroscena economici che stanno dietro a un momento storico in cui la stampa liberale ha un grande sviluppo data la possibilità di criticare la rigida nobiltà della Restaurazione. La contrapposizione politica si esplicita soprattutto nella critica d’arte dove non è l’analisi dell’opera a determinarne il successo ma la sua capacità di provocare discussioni e quel che è peggio la capacità di pagare meglio la stroncatura dell’avversario, memorabile la figura di Singali, capo claque potentissimo e irremovibile nella sua fedeltà al miglior offerente.
Una critica spesso mossa al film è la presenza di una voce off ingombrante ma non vedo molte altre soluzioni per raccontare i meccanismi distorti del giornalismo ottocentesco così incredibilmente simili alle storture create dai social: diffusione virale di fake news e costruzione ad hoc di inutili diatribe.
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