Italia 2023
con Toni Servillo, Sara Serraiocco, Fabrizio Bentivoglio, Natalino Balasso, Alessandro Besentini, Marco Bonadei, Bianca Panconi, Antonio Catania, Angelo Di Genio, Sara Bertelà, Elio De Capitani
regia di Gabriele Salvatores
Il famoso e attempato regista Leo Bernardi è colto da una profonda crisi esistenziale che lo porta a disinteressarsi del film che sta ultimando, Il Ritorno di Casanova, tratto dall'omonima novella di Arthur Schnitzler, lasciando che tutto il lavoro ricada sul suo montatore di fiducia, Gianni. La causa della crisi del regista è Silvia, una ragazza incontrata durante le riprese del film con cui Leo ha avuto una storia: Silvia è rimasta incinta ma Leo non trova il coraggio di affrontare l’idea della paternità. Tra litigi e insofferenze Gianni termina il montaggio e il film può essere presentato a Venezia anche se la vittoria va al regista emergente, Lorenzo Marino, Leo ricostruisce il legame con il fedele Gianni e ritrova anche Silvia…
Una classica operazione metacinematografica dove alle vicende del protagonista fanno da contraltare quelle del vecchio Casanova che vuole tornare a Venezia. Il racconto del presunto film è estremamente fedele alla novella di Schnitzler: il vecchio seduttore fatica ad accettare il tempo che passa e si porta via il suo fascino, la riprova definitiva avviene a casa di Olivo, un signorotto suo amico che lo ospita durante il viaggio: se la moglie di Olivo, ex amante di Casanova, sarebbe ancora pronta a concedersi, la giovane Marcolina è inorridita dalle avance del vecchio seduttore che pure riesce a trascorrere una notte con lei ricorrendo all’inganno. Segue un duello con il giovane ufficiale amante di Marcolina che Casanova uccide invidiandogli però la fortuna di esser morto nel fiore degli anni.
La specularità tra Leo e Casanova e il loro modo di affrontare il passare del tempo è il tema del film; entrambi si trovano ad interagire con due donne giovani e indipendenti: Marcolina è colta e rifiuta il matrimonio, Silvia è un’imprenditrice agricola che non teme di portare avanti la sua gravidanza da sola. Entrambi si trovano a combattere con due giovani rivali Casanova uccide il tenente Lorenzi, Bernardi viene sconfitto dal regista emergente: se Casanova è un vecchio deluso che rimpiange egoisticamente il proprio fascino, Leo è un vecchio timoroso delle sfide che la vita gli pone ancora davanti come la paternità tardiva. Se la vita è sempre meglio di un film per parafrasare Marzullo, Salvatores racconta la storia di Casanova con colori vibranti mentre ai tormenti di Leo Bernardi riserva un corposo bianco e nero, a sottolineare come l’arte sia un rifugio dalle ambasce della vita.
Se le strade dei due protagonisti divergono, spesso i loro gesti coincidono e il punto d’incontro tra le loro vicende è Venezia: Casanova vi arriva in tempo per veder nascere la lanterna magica, antesignana del cinema di cui Venezia è simbolo con la sua celebre mostra: il guizzo della commedia dell’arte si confonde con rumoroso contorno odierno alla kermesse artistica.
Su ammissione dello stesso regista, Il ritorno di Casanova è un film molto personale, non a caso a fargli da alter ego nei panni di Casanova troviamo Fabrizio Bentivoglio con cui Salvatores ha collaborato in altri sei film. Bentivoglio restituisce magnificamente la delusa malinconia del vecchio Casanova senza far rimpiangere quello di Mastroianni ne Il Mondo Nuovo di Scola e affronta da par suo la scena del duello nudo con giovane tenente che poteva presentare il rischio di una comicità involontaria.
La presenza di comici come Ale e Franz (Ale è Olivo, Franz ha un piccolo cameo) e Balasso ricorda gli esordi legati al cabaret di Salvatores. Su questo cast rodato e famigliare s’innesta la prima collaborazione con Toni Servillo nel ruolo di Bernardi: il regista milanese fa vibrare le corde più ironiche dell’attore portando l’ossessione per i marchingegni elettronici a pura gag comica quando rimane chiuso nell’ ascensore.
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