Macao, l'Enfer du jeu
Francia 1939
con Sessue Hayakawa, Mireille Balin, Erich von Stroheim, Louise Carletti, Roland Toutain, Henri Guisol, Georges Lannes, Marie Lorain, Alexandre Mihalesco
regia di Jean Delannoy
Durante la guerra cino giapponese, la ballerina francese Mireille viene arrestata dai cinesi, la fa liberare Werner von Krall, un faccendiere che sta comprando le armi per conto del generale che ha arrestato la donna. Mireille s'imbarca con Krall per accompagnarlo a Macao, Nel frattempo giungono a Macao la giovane Jasmine con la su istitutrice; durante il viaggio la ragazza s'è innamorata di Pierre, un giovane giornalista con la passione del gioco d'azzardo. A unire i destini dei quattro personaggi è Ying Tchaï, capo della malavita di Macao che possiede il casino più famoso della città: è a lui che Krall si rivolge per comprare le armi ma l'accordo non va a buon fine e il faccendiere si gioca i soldi della commessa perdendoli mettendo a repentaglio la propria vita, Mireille che durante il viaggio si è innamorata di lui, si offre di recuperare l'assegno che incastra Krall, Ying Tchaï ha cercato di sedurla appena l'ha vista. Tchai incarica i suoi scagnozzi di eliminare Pierre che ha sbancato il casino dopo aver recuperato il denaro, non sa che è il ragazzo di cui sua figlia si è innamorata, come Jasmine non conosce la losca attività paterna. quando la scopre si rifugia sulla nave di Krall, vecchio amico di Pierre che ha salvato dall'annegamento. Krall, Mireille Jasmine e Pierre partono da Macao con il carico di armi diretti ad Hong Kong ma Almaido, convinto di fare un piacere al boss, racconta del carico alle spie giapponesi che bombardano la nave...
Una delle prime opere del regista francese Jean Delannoy, un melodramma senza redenzione la cui produzione ebbe un destino travagliato: a causa dell'occupazione nazista il film non potè uscire fino al 1942 perché dovettero essere rigirate tutte le scene con Erich von Stroheim di origini ebraiche e dichiaratamente antinazista; l'attore e regista fu sostituito da Pierre Renoir, fortunatamente è possibile reperire la versione con Stroheim che è quella che ho visto io, scoprendo che "l'uomo che amerete odiare" (lo slogan che accompagnava le sue interpretazioni) sa sfoderare un gran fascino da seduttore: la scena in cui abbandona Mireille da sola in cabina dopo averle fatto credere di voler concludere la serata amoreggiando, è da manuale di seduzione e infatti la donna piccata s'innamora veramente di lui, mentre prima avrebbe ceduto solo per ricambiare l'opportunità di salvezza offertale da Krall.
Forse il faccendiere si è portato la bella ragazza per irretire Tchai ma alla fine anche lui s'innamora di Mireille e le ore trascorse nella sua camera mentre la donna è in missione seduttiva presso il boss asiatico lo dimostrano.
La seconda storia d'amore, quella tra Jasmine e Pierre è quella che nel corso degli anni mi si è un po' confusa nella memoria con I Misteri di Shangai di Josef von Sternberg: anche qui una giovane ereditiera scopriva i sordidi legami della genitrice con il mondo del gioco d'azzardo. Avevo confuso soprattutto gli scenari: il casinò di Sternberg ha la struttura di un girone dantesco mentre questo di Delannoy ricorda un mercato con la possibilità di calare cestini con le poste dai piani superiori del locale.
Bellissimo il montaggio alternato tra l'attacco degli aerei all'imbarcazione e la disperazione di Ying Tchaï (che non sa che la figlia e Pierre sono stati fatti scendere da Mireille mentre imbarcavano le armi) prima di suicidarsi il malavitoso spara al denaro e da fuoco al locale, soprattutto quella degli spari alle banconote che svolazzano per il locale vuoto, è una scena iconoclastica che deve aver colpito l'immaginario di John Woo perché mi ha ricordato molte sequenze del maestro dei film d'azione di Hong Kong.
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