And Then There Were None
USA 1945
con Barry Fitzgerald, Walter Huston, Louis Hayward, Roland Young, June Duprez, Mischa Auer, C. Aubrey Smith, Judith Anderson, Richard Haydn, Queenie Leonard, Harry Thurston
regia di René Clair
Otto sconosciuti vengono invitati da un tale che non conoscono a trascorrere il weekend in un'isola provata. Ad attenderli ci sono solo una coppia di servitori che a loro volta non hai mai visto il proprietario. A un certo punto della serata il maggiordomo segue le missive ricevute per posta e fa partire una registrazione in cui il misterioso U.N. Owen rivela che il motivo per cui gli invitati si trovano sull'isola è per scontare le loro colpe. subito dopo iniziano gli omicidi fedeli alla macabra filastrocca dei dieci piccoli indiani...
L'ultimo film americano del regista francese René Clair è la prima trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Agatha Christie, il finale, adottato anche nelle trasposizioni successive, non è quello originale del libro dove muoiono tutti e il mistero si risolve grazie al ritrovamento una lettera postuma, ma è quello con lieto fino dell'adattamento teatrale realizzato dalla stessa scrittrice.
Il film è l'unica incursione nel giallo del celebre regista, noto per i toni fantastici e surreali delle sue opere, cifra a cui Clair si mantiene fedele anche in questa pellicola con l'uso dei trasparenti che riescono a dare una connotazione irreale all'ambientazione, soprattutto negli esterni.
Il tono è piuttosto leggero, da giallo rosa con una forte caratterizzazione dei personaggi che prevede anche tocchi umoristici e l'ottimo cast supporta con successo l'idea del regista: le occhiate furbesche di Barry Fitzgerald nei panni del giudice Quinncannon, la quasi perenne ubriacatura di Walter Huston ovvero il dott. Armstrong, l'alterigia snob di Emily Brent interpretata da Judith Anderson, la celeberrima signora Danvers, governante di Rebecca la Prima moglie, Misha Auer nei panni dello scroccone russo purtroppo prima vittima del crudele meccanismo che ci toglie subito le sue esilaranti performances. La scena dei vari personaggi che si spiano dai buco della serratura (ingrandito) è degno di una commedia ma più l'azione avanza con la certezza che l'assassino sia tra gli ospiti della villa, più l'atmosfera si fa tesa, puntando sui toni surreali piuttosto che drammatici: notevole l'incontro tra l'ultima sopravissuta e l'assassino per come il regista costruisce la scena mantenendo fino all'ultimo il mistero sull'identità con una serie di immagini dalla valenza profonda.
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