City Lights
con Charlie Chaplin, Virginia Cherrill, Florence Lee, Harris Myers, Allan Garcia, Hank Mann, Robert Parrish, Jean Harlow, James Donnelly, Victor Alexander, Eddie Baker, Albert Austin, Henry Bergman, John Rand, Stanhope Wheatcroft, Tom Dempsey, Willie Keeler, Eddie McAuliffe, Tony Stabeman, Emmett Wagner, T.S. Alexander, Harry Ayers, Joe Van Meter
regia di CharlieChaplin
Charlot s'invaghisce di una bella fioraia cieca e fa di tutto per cercare di soccorrerla: dall'aiutarla a non essere sfrattata con la nonna fino a pagarle l'operazione a Vienna che le può ridare la vista. Ci riesce con l'aiuto di un milionario che lo riconosce solo quando è ubriaco e non si ricorda di lui quando è sobrio, Accusato di aver rubato i soldi che il milionario gli ha donato da brillo, Charlot sconta la sua generosità con un anno di prigione, appena uscito va a cercare la fioraia e la trova a pochi metri dal suo vecchio posto: ora ha riacquistato la vista e gestisce un elegante negozio di fiori, la ragazza fa la carità a Charlot e toccandogli la mano riconosce il suo benefattore.
Il più noto e più celebre tra i capolavori di Charlie Chaplin, frutto di una lavorazione complessa durata tre anni con un girato lunghissimo, licenziamenti -anche della protagonista Virginia Cherrill- ciack rifatti centinaia di volte per trovare le soluzioni ideali, il perfezionismo di Chaplin fu premiato dal grande successo della prima a cui partecipò anche Albert Einstein.
Il successo del film non era scontato perché nel frattempo era esploso il cinema sonoro, a cui Chaplin si rifiutò di cedere per tutti gli anni '30 e in Luci della città non esita a prendere in giro la nuova tecnica: nella scena iniziale dell'inaugurazione della statua, i discorsi dell'autorità sono parodiati dai suoni dei kazoos, e il collega di lavoro che inizia a inveire contro Charlot nella pausa pranzo produce vacue bolle di sapone.
Seppur critico verso il sonoro, Chaplin è attento alle novità stilistiche dei primi anni '30 come la nascita dei gangster movie di cui ricostruisce l'atmosfera e le luci cupe nella sequenza della fuga dopo esser stato accusato di aver derubato il milionario.
Oltre che per la toccante storia d'amore con, o meglio per, la fioraia, Luci della città è importante anche per la critica sociale che emerge fin dalla prima scena: tra le braccia del gruppo marmoreo dedicato alla Pace e alla Prosperità dorme un barbone che con la sola presenza mette in ridicolo la pomposa cerimonia inaugurale tenuta dalle autorità cittadine. La città fantasiosa ricostruita nel film, misto di esterni reali e quartieri ricostruiti in studio è lo scenario dove ricchi e poveri si sfiorano senza toccarsi, senza vedersi presi dal loro tran tran quotidiano. L'incontro può avvenire solo lontano dalle LUCI della città: nel buio della cecità della fioraia o nel buio della notte dove il nevrotico milionario in preda ai fumi dell'alcol può essere amico del barbone che lo ha casualmente salvato dai suoi propositi di suicidio, ed è ancora paradossale che sia un vagabondo a illustrare le gioie della vita a un uomo che ha tutto.
Il fulcro del film è la scena finale dove finalmente la fioraia riconosce il suo benefattore, dopo averne riso per gli scherzi inflittigli dagli strilloni: la ragazza ha sempre immaginato di esser stata aiutata da un ricco milionario e nonostante la riconoscenza non può celare una certa delusione, ma ad esser veramente commovente è la ritrosia e la vergogna di Charlot per essersi spacciato per un milionario, dimentico della sua buona azione anche se il sorriso e l'inizio del dialogo tra i due su cui si chiude il film, è di buon auspicio per il futuro.
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