La noche del terror ciego
Spagna 1972
con César Burner, María Elena Arpón, José Thelman, Lone Fleming, Rufino Inglés, Verónica Llimerá, Simón Arriaga, Francisco Sanz, Juan Cortés, Andrés Isbert, Antonio Orengo, José Camoiras, María Silva, Carmen Yazalde
regia di Amando De Ossorio
Due amiche dei tempi del liceo si rincontrano casualmente dopo anni, in vacanza. Virginia è col fidanzato Roger che invita Betty a unirsi a loro in una gita su un treno a vapore. Virginia un po' per gelosia e un po' per vergogna per l'amore lesbo con l'ex compagna di scuola decide di scendere dal treno in aperta campagna. Raggiunge una vecchia abbazia diroccata dove decide di passare la notte, non immaginando che il luogo sia infestato da una congrega di templari scomunicati che resuscitano ogni notte per ripetere i loro riti satanici. Il giorno dopo Virginia viene ritrovata cadavere, Betty e Roger indagano sul mistero della sua morte e scoprono la leggenda dei templari ciechi, mentre Virginia resuscita a sua volta e uccide fino a quando non finisce divorata dalle fiamme. Roger e Betty sono più propensi a credere che gli omicidi attorno al villaggio abbandonato siano opera di una banda di contrabbandieri che sfrutta la leggenda per tenere lontane le persone dalla zona dei loro traffici, Roger decide quindi di sfidare il capobanda Pedro e così Betty, Roger, Pedro e la sua amante trascorrono la notte nell'abbazia finendo vittime dei resuscitati ciechi, si salva solo Betty perché il fuochista ferma il treno a vapore per salvarla ma ne seguirà una strage...
Amando de Ossorio viene considerato il maestro dell'horror iberico grazie all'invenzione dei resuscitati ciechi, una congrega di templari che si sono votati al demonio e per questo sono stati scomunicati e uccisi dopo essere stati accecati, le pratiche immonde di vampirismo che vediamo in apertura del film, li hanno resi immortali per cui ogni notte i templari resuscitano e cercano di replicare i loro riti sui malcapitati che incontrano, le vittime terrorizzate dal vedere gli scheletrici esseri non possono fare a meno di urlare e così i monaci li individuano facilmente pur essendo ciechi.
Il regista ambienta parte delle gesta dei resuscitati ciechi in veri monasteri gotici che ben suppliscono alla mediocrità degli effetti speciali degli avelli che si scoperchiano, la vera genialata è però quella di usare un rallenti esasperato che rende indimenticabile la cavalcata dei templari, facendo passare in secondo piano la debole trama che non sa bene dove andare: l'inizio che punta sul presunto triangolo tra i protagonisti, la figura del lavorante all'obitorio un po' sadico e un po' necrofilo, prima vittima della resuscitata Virginia; i buchi di sceneggiatura dei cavalli in carne ed ossa a perenne disposizione dei morti viventi senza una plausibile spiegazione e l'evidente derivazione del film da La notte dei morti viventi di George Romero a cui s'ispira l'inopinata invasione finale del treno da parte dei resuscitati ciechi: non sempre le buone azioni pagano.
Il film ebbe tre sequel tra il 1973 e il 1975.
Commenti