Babettes gæstebud
Danimarca 1987
con Stéphane Audran, Jean Philippe Lafont, Jarl Kulle, Bodil Kier, Birgitte Federspiel, Vibeke Hastrup, Bibi Andersson, Preben Lerdorff Rye, Ebbe Rode, Hanne Stensgaard, Axel Strobye, Lisbeth Movin
regia di Gabriel Axel
Martina e Philippa sono le figlie di un austero pastore protestante alla cui visione religiosa hanno sacrificato la vita anche se in gioventù avrebbero potuto avere amori importanti, Martina con un ufficiale di cavalleria e Philippa, con le sue doti canore avrebbe potuto avere una brillante carriera da cantante se avesse seguito il baritono Achille Papin. E' lo stesso Papin che dopo trent'anni indirizza presso le due sorelle, Babette Hersant una parigina in fuga dalle violenze che si sono abbattute sulla Francia. Martina e Philippa accolgono Babette che diventa la loro governante. Una quindicina d'anni dopo Babette vince diecimila franchi alla lotteria francese e le due sorelle sono convinte che tornerà in patria ma Babette sorprende tutti chiedendo di poter organizzare un pasto "alla francese" in commemorazione del compleanno del pastore. Al pranzo sono invitati i membri della congrega e a loro si unisce il generale Lowenhielm, il vecchio spasimante di Martine. Le temute gioie della gola si trasformano in una vera festa in grado di appianare rancori e malinconie. Alla fine del banchetto si scopre che Babette era una rinomata cuoca e che ha speso tutta la vincita per poter eseguire ancora una volta la sua arte.
Dall'omonimo racconto di Karen Blixen, il regista Gabriel Axel trae un film pluripremiato, anche con l'Oscar come miglior film straniero nel 1988.
Nella storia delle due sorelle rimaste zitelle nonostante la loro avvenenza e incontri che hanno fatto loro battere il cuore, si cela una critica verso i rigori della religione protestante ma il tema si amplia diventando un inno all'arte, declinata in diverse forme, soprattutto quella materica di Babette, che sa trasformare le vivande in un atto d'amore, che arriva anche a chi lo gusta e così la rinsecchita congrega, vittima dei pregiudizi verso i peccati di gola, riesce addirittura superare i vecchi e stupidi rancori attraverso la convivialità.
Se la joie de vivre è un'arte, notevoli sono anche i riferimenti artistici in particolare al pittore danese della seconda metà dell'Ottocento, Vilhelm Hammershøi che trasforma la luce fredda dei paesi nordici e la solitudine delle figure nei suoi quadri in un grido malinconico, le stesse atmosfere sono presenti soprattutto nella prima parte del film dove la malinconia di aver perso le grandi occasioni della vita è l'atmosfera dominante del film, l'arrivo di Babette e soprattutto il suo pranzo scaldano il cuore dei commensali e anche la fotografia del film.
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