Night of the Demon
GB 1957
con Dana Andrews, Peggy Cummings, Niall MacGinnis, Athene Seyler, Maurice Denham, Ewan Roberts
regia di Jacques Tourneur
Il dottor John Holden arriva dall’America in Inghilterra per una convention sul satanismo e scopre che il principale relatore, il professor Harrington, è morto in maniera misteriosa, tanto da far sospettare una morte sovrannaturale, tesi avvalorata dalla nipote di Harrington che mostra a Holden il diario dello zio e i suoi terrori scatenati dal satanista Karswell. Le indagini di Holden vorrebbero smascherare il presunto satanista ma portano alla morte dell’uomo e al crollo delle certezze positiviste di Holden.
Una quindicina di anni dopo la celebre trilogia per la RKO di Val Lewton, Torneur torna all’horror dopo aver sperimentato diversi generi cinematografici e aver dato il meglio di sé nel noir. Se il noir è una detective story che scopre il colpevole, pur venando la soluzione di pessimismo e nichilismo, La notte del demonio, con la sua concezione di horror, diventa un percorso inverso, un’indagine che fa perdere tutte le certezze al protagonista che conclude la sua avventura dicendo che “è meglio non sapere troppo”.
Nella sua genesi travagliata, La notte del demonio, diventa la dimostrazione plastica che è meglio non mostrare troppo: fedele all’ideale di paura costruito con Lewton agli inizi degli anni ’40, dove l’allusione è più evocativa dell’immagine mostrata, il regista e lo sceneggiatore originale Charles Bennett ebbero forti scontri con il produttore Hal E. Chester che impose di mostrare il demone come un Godzillone di cartapesta nella scena iniziale che mostra la morte di Harrington e in quella finale della morte di Karswell e lo piazzò in bella mostra anche nella locandina.
Nonostante questo dissidio, i momenti più evocativi e potenti della pellicola restano l’ingresso nella biblioteca dove Karswell si presenterà a Holden: l’ambiente viene mostrato come una rilettura moderna e metafisica dei cerchi megalitici alla Stonehenge da cui nascono i poteri magici delle rune che si trovano sul malefico cartiglio. Il riferimento ad antichi riti e miti sono un omaggio alla trilogia della RKO e il capolavoro Il bacio della pantera è chiaramente citato quando Holden crede di vedere la trasformazione di un gatto in un leopardo: un'allucinazione che scompare quando Karswell accende la luce ma lo strappo sulla giacca di Holden è troppo grande per una baruffa per un gatto domestico, come i tagli sull'accappatoio di Alice dopo la scena della piscina.
Ne La notte del demonio la sequenza più inquietante resta quella della mano che si appoggia al corrimano della scala alle spalle di Holden quando si introduce in casa di Karswell: la certezza che non appartenga a nessuno dei protagonisti, è l’elemento davvero perturbante del film.
l'opera è tratta dal racconto Casting the runes (L'incantesimo dei runi) del celebre narratore gotico Montague Rhodes James, in America uscì con una modifica nel titolo Night of the Demon diventa Curse of the Demon e venne accorciato dagli iniziali 95 minuti a soli 82 minuti.
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