GB 1966
con Michael Caine, Shelley Winters, Millicent Martin, Julia Foster, Jane Asher, Shirley Anne Field, Vivien Merchant, Eleanor Bron, Alfie Bass, Graham Stark, Murray Melvin, Sydney Tafler, Denholm Elliott
regia di Lewis Gilbert
Alfie è un aitante garagista che pensa solo a conquistare le donne. Gilda, un’innamorata paziente che sopporta tue le sue scappatelle, rimane incinta e finisce per rifarsi una vita con uno spasimante più bruttino ma molto più serio, togliendo ad Alfie la possibilità di costruire un legame col figlio Malcom Alfred. Intanto il nostro garagista finisce al sanatorio per un problema ai polmoni e intreccia una relazione anche con Lily, la moglie del suo compagno di stanza, Harry. La donna rimane incinta ma questa volta, per salvare le apparenze, bisogna ricorrere all’aborto che viene effettuato in casa di Alfie. Il cinico casanova ha così modo di scontrarsi con la cruda realtà e come se non bastasse viene anche scaricato dalla ricca americana con cui pensava di sistemarsi che gli preferisce un amante più giovane.
Un classico del Free Cinema inglese che rappresenta con un realismo che può scandalizzare ancora oggi, la nascente libertà sessuale inglese. Il film ha lanciato la carriera di Michael Caine con il ruolo del seducente e cinico ragazzo londinese della middle class, caratterizzato dall’accento cockney.
Una caratteristica dell’opera è il dialogo diretto del protagonista con il pubblico: sguardi in macchina, confidenze sulle “picchie” (assurda parola nella traduzione italiana per alludere alle ragazze) mentre Alfie sta amoreggiando: ma del resto il nostro eroe è così, convinto che l’onestà con cui propugna la sua libertà sessuale ne giustifichi la superficialità nei rapporti. C’è da dire che quando l’amaro finale lo mette di fronte alla cruda realtà della morte e del tempo che passa, Alfie sa accettare con dignità il suo destino di uomo votato alla solitudine per non aver saputo intrecciare rapporti solidi e se ne va incontro al suo destino con il cane randagio che aveva simbolicamente aperto il film.
La pellicola ha un andamento circolare e ripresenta le medesime situazioni ma con declinazioni diverse: se Gilda non si era fatta problemi a portare avanti la gravidanza cercando di badare da sola al piccolo avuto da Alfie, che pure vuole instaurare un legame col figlio, sempre basato sulla libertà; Lily non può giustificare la nuova gravidanza al marito che da mesi è recluso in sanatorio, quindi bisogna ricorrere all’aborto: dopo aver messo a disposizione l’alloggio per l’operazione clandestina, Alfie se ne va a bighellonare e finisce per incontrare, non visto, Gilda che sta facendo battezzare il secondo figlio avuto da Humprey, l’eterno spasimante che si è rivelato un ottimo marito e un buon padre per Malcom. Nello stesso momento quindi, Alfie perde definitivamente le sue due occasioni di paternità ma per il giovanotto non è che un fastidio che può dimenticare tra le braccia della sua nuova amante, Ruby, l'attempata vedova americana con cui Alfie vorrebbe sistemarsi ma la donna è cinica quanto lui e non esita a preferirgli un amante più giovane; anche questa delusione è preceduta dall’incontro casuale con Siddie, la prima amante con cui Alfie era entrato in scena a inizio film, solo che la signora sposata che qualche anno prima pendeva dalle sue labbra, ora è molto vaga verso la richiesta di appuntamento proposta da Alfie, anticipando il declino del fascino seduttivo del protagonista che Ruby non avrà problemi a sbattergli in faccia.
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