She
USA 1935 RKO
con Helen Gahagan, Randolph Scott, Helen Mack, Nigel Bruce, Gustav von Seyffertitz, Lumsden Hare, Samuel S. Hinds, Noble Johnson
regia di Lansing C. Holden e Irving Pichel
L'aitante Leo Vincey viene chiamato al capezzale dello zio che gli rivela il segreto di famiglia: secoli prima un loro antenato si era avventurato in terre sperdute trovando l'elisir dell'eterna giovinezza, però solo la moglie era tornata dalla spedizione. Il vecchio scienziato affida al nipote il compito di continuare le ricerche assieme al suo assistente, il professor Horace Holly. I due partono per la Siberia e qui trovano solo un vecchio avido disposto a far loro da guida, assieme a Tugmore parte con loro anche la figlia Tanya. L'avidità della guida causa una valanga da cui Vincey, Holly e Tanya si salvano a stento infilandosi in una grotta che sembra portarli in un mondo lontani, vengono assaliti da dei cannibali ma salvati da dei soldati: è l'esercito di She, Colei che si deve obbedire, divina sovrana della città di Kor. Appena la donna vede Leo Vincey lo crede il vecchio amante redivivo, che secoli prima aveva ucciso per gelosia. She fa di tutto per sedurre Leo che però si sta innamorando di Tanya, la regina vuole condividere con Leo il segreto della sua eterna giovinezza ma gli tace che il rito prevede il sacrificio di Tanya. Leo la salva e nella fuga Leo Tanya e Holly arrivano nella sala della fiamma eterna dove la regina entra più volte rinunciando all'immortalità per spegnersi come una vecchia mummia.
La donna eterna, tratto dal romanzo omonimo (She) di H. Rider Haggard è una classica poduzione Merian C. Cooper che definì la pellicola il peggior film che avesse mai fatto, nonostante questo il film ha avuto due remake, nel 1965 e nel 1982.
La donna eterna si credeva perduto, bruciato in un incendio dei magazzini della RKO invece una copia fu ritrovata nel garage di Buster Keaton. L'opera è stata restaurata e colorizzata perché il progetto nasceva in technicolor ma i problemi della casa di produzione portarono a girarlo in bianco e nero.
Per quanto il produttore non lo amasse, il film rispecchia il suo immaginario fantastico con la spedizione che si trova a contatto con una realtà aliena, il gigantesco gorilla di King Kong, il folle proprietario dell'isola de La pericolosa partita, l'oggetto sessuale qui però non è la donna ma forse per la prima volta il belloccio Randolph Scott che si destreggia a fatica tra la prolissa Tanya e l'altera e immortale regina di Kor.
Forse il cast è l'elemento più debole della pellicola: Nigel Bruce, noto Watson cinematografico, che non si accorge, come i compagni, del resto, che i cannibali non sono per nulla amichevoli e il paiolo incandescente viene preparato per essere un "simpatico" ornamento della sua testa è solo risibile senza nessuna venatura spaventevole.
Entusiasmante invece il reparto scenografico di chiara matrice deco in grado di ricostruire un'opulenta citta nascosta e creare fantastici balletti che preludono al cruento destino a cui Tanya si sottopone spontaneamente per amore; e al look di Colei a cui si deve obbedire si ispira la Regina Cattiva della Biancaneve disneyana.
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