Italia 1960
con Walter Brandi, Lyla Rocco, Alfredo Rizzo, Maria Giovannini, Tilde Damiani, Erika Di Centa, Corinne Fontaine, Antonio Nicos, Leonardo Botta, Marisa Quattrini
regia di Piero Regnoli
In una notte da tregenda una compagnia di varietà, cinque ballerine, il capocomico e il pianista autista, chiedono ospitalità in un vetusto castello, il conte Gabor Kerassy vorrebbe negargliela ma cambia idea quando vede Vera, una ballerina che fin dall'ingresso nel maniero si era mossa come se conoscesse gli ambienti. Gabor invita gli ospiti a non uscire di notte dalle loro stanze ma le ragazze non seguono in consiglio e la mattina dopo una di loro viene trovata morta, pare per la caduta accidentale da una finestra. Il maltempo costringe gli artisti a prolungare la sosta al castello dove viene seppellita Katia. Vera intanto scopre di essere estremamente somigliante a un antenata del conte, Margherita ed è la prima d accorgersi che la tomba della collega è stata profanata, scopre anche il misterioso studio di Gabor che sta cercando una cura per eliminare l'antenato vampiro ma per salvare Vera sarà costretto ad ucciderlo ponendo fine alla maledizione che grava su Kerassy
Gotico di serie B (ma anche Z) che pare avere il merito di essere il primo a introdurre uno stilema horror diventato un classico: quello del gruppo di viaggiatori bloccati in un luogo sinistro.
Per il resto la fama della pellicola si deve al fatto che venne acquistata dal produttore di origine inglese Richard Gordon ed ebbe una distribuzione americana con titolo di The Playgirls and the Vampire.
La storia è piuttosto bislacca trascurando alcuni passaggi interessanti: essendo stata morsa dal vampiro Vera avrebbe potuto far rivivere la maledizione creduta sconfitta, sarebbe stato un bel colpo di scena finale invece la ragazza parte sulla sgangherata corriera assieme al resto della compagnia annullando anche lato romantico della vicenda: lei e Gabor si promettono di ritrovarsi quando lui sarà riuscito a vendere il castello.
Castello per altro poco orrorifico: gli interni sono molto contemporanei, niente ragnatele e ammennicoli vari solo una cripta dai sacelli palesemente di cartapesta. Anche il conte Gabor e l'antenato vampiro sono gli epigoni più tristi di una categoria nota per l'eleganza e la sensualità e a smorzare molto il fascino del povero Walter Brandi è proprio l'abbigliamento, un completo impiegatizio, nero per il vecchio vampiro, un principe di Galles per Gabor.
La scena più surreale resta la prova coreografica nel salone nobiliare con improvviso spogliarello di una delle ballerine, ma la componente sexy pesa molto di più di quella horror: la Katia vampira gira nuda, anche se rigorosamente coperta da un gioco di ombre che pure lascia intravedere il seno in due occasioni, per il resto grande sfoggio di baby doll e camicie da notte trasparenti e molta insistenza su piedi e gambe fin dalla scena d'apertura, un feticismo che farebbe felice Quentin Tarantino.
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