The Glass Key
USA 1942, Paramount Pictures
con Alan Ladd, Veronica Lake, Brian Donlevy, Bonita Granville, William Bendix,Moroni Olsen, Joseph Calleia, Richard Denning, Frances Gifford, Donald MacBride, Margaret Hayes
regia di Stuart Heisler
Seconda versione del romanzo omonimo di Dashiell Hammett, la prima del 1935, nn è uscita in Italia.
Nonostante la regia molto piana di Stuart Heisler, il film riesce a rendere bene il marciume del potere: non è mai ben chiara cosa sia in realtà la figura dell'intrallazzatore Paul Madvig, non è un gangster come Varna ma ha legami molto stretti con il mondo della malavita, il giornalismo, la polizia e la politica. A rendere tutto più inquietante è la normalità del personaggio: Madvig è indubbiamente simpatico ed Ed Beaumont, suo fedele braccio destro è un personaggio estremamente retto e leale, almeno nei confronti del capo molto meno nei confronti della legge.
Molto cruda anche la rappresentazione della violenza, almeno per l'epoca: i pestaggi di Beaumont da parte di Jeff. lo scagnozzo di Varna, sono piuttosto realistici.
Funziona come sempre la chimica tra i due protagonisti, Alan Ladd e Veronica Lake che furono messi insieme per esigenze tecniche e finirono per girare sette film insieme: erano entrambi bassini e soprattutto in questo film la minuta Veronica Lake resta letteralmente appesa al braccio del gigantesco padre, figura ingombrante anche nel film: politico rifomista che non esita a spingere la figlia tra le braccia di un politicante che disprezza almeno fino alle elezioni. A dispetto del suo metro e cinquanta, comunque la Lake è bellissima, perfetta sia nella sua iconica pettinatura "allo schiaffo" che nei bizzarri copricapo anni '40, sa essere strafottente nelle occhiate ironiche a Madvig che glaciale fino a essere una credibile sospettata dell'omicidio del fratello.
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