Italia 2017
con Giacomo Ferrara, Aurelia Poirier, Ivan Franek, Lou Castel, Claudio Spadaro, Emilio Gavira, Alida Calabria, Cristian Di Sante
regia di Fulvio Risuleo
Durante una pausa sigarette sul tetto del panificio in cui lavorano, tre ragazzi notano un gabbiano dalle movenze irregolari che si schianta su un palazzo vicino; solo Teco avrà voglia di andare a controllare scavalcando le fragili recinzioni che dividono i vari tetti condominiali: sarà l'inizio di un'avventura che lo porta a scoprire mondi e personaggi bizzarri che vivono sui tetti e alla fine l'"esploratore dei tetti" sarà pronto per trasformarsi nell'uomo capace di volare sulla luna col razzo costruito dal Muto.
Recupero su Fuori Orario quest'interessante opera prima, un film affascinante, ambientato in quella che forse è rimasta l'ultima frontiera metropolitana: il percorso attraverso i tetti dei palazzi cittadini collegati tra di loro. Non un un mondo nuovissimo: mi vengono in mente diverse scene rocambolesche di fughe sui tetti, ma se l'undergound, il mondo sotterraneo è stato ampiamente sviscerato dal cinema, Fulvio Risuleo esplora questa dimensione aerea creando un mondo fantastico, fatto di suore che smerciano reliquie usando gabbiani robotici, bambini mascherati che intercettano gli scambi e sono al servizio di quello che credono essere un bambino intelligentissimo ma muto che sta costruendo un razzo per andare sulla luna, un apicultore che vive all'interno delle Mura Aureliane, una ragazza francese, tanto bella quanto inaffidabile che si è paracadutata da una mongolfiera, gemelli nudisti che fanno campeggio sui tetti, locali dove gareggiano lumache... La delusione amorosa di Teco che vede Stella tornare tra le braccia del suo compagno di viaggio in mongolfiera, rende il ragazzo pronto per il compito finale: partire alla volta della Luna con il razzo costruito dal Muto.
Un viaggio sui tetti che diventa un viaggio dentro sé stessi, non a caso il primo incontro è con una bambina e il finale una delusione amorosa ma il messaggio del film è super positivo: Guarda in Alto inteso come monito a non rinunciare mai al sogno e alla scoperta, alla capacità di lasciarsi stupire dalla vita.
Notevoli i riferimenti letterari e cinefili: un mondo sospeso su cui si può vivere senza mai scendere a terra come nel ll Barone Rampante di Calvino, un mondo surreale come quello di Jeunet o Gondry su cui aleggia lo spirito di Méliès e il suo primigenio Le Voyage dans la lune.
Referenti fantastici ben ancorati alla concretezza sempre riconoscibile di Roma, che, anche da questo insolito punto di vista, offre una visione ammaliante delle sue cupole e delle sue vestigia.
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