Death Takes a Holiday
Usa, 1934, Paramount Pictures
con Fredric March, Evelyn Venable, Guy Standing, Katherine Alexander, Gail Patrick, Helen Westley, Kathleen Howard, Kent Taylor, Henry Travers, G. P. Huntley, Otto Hoffman Jr.
regia di Mitchell Leisen
Un gruppo di aristocratici raggiunge la villa del duca Lambert: sta per essere celebrato il fidanzamento tra suo figlio Corrado e la principessa Grazia ma la ragazza non si dice pronta alle nozze. Mentre il duca Lambert resta solo nel patio si palesa una terribile figura, la Morte, che chiede ospitalità sotto mentite spoglie per capire perché gli uomini la temono così tanto. Il duca non può certo rifiutarsi e promette di mantenere il segreto sulla vera identità del principe Sarki che ospiterà per tre giorni. Mentre la morte è in vacanza non muore nessuno e il principe si diletta a scoprire le piacevolezze della vita, in particolare l'amore e l'ultima notte la dedica a Grazia, da cui era stato molto colpito appena l'aveva incontrata. Tra Sarki e Grazia nasce l'amore e il principe vorrebbe portarla via con sé terminata la sua vacanza ma Lambert lo scongiura di salvare la giovane. Nell'angoscia rivela a tutti gli ospiti la vera identità di Sarki che, per amore, è disposto a rinunciare a Grazia ma la fanciulla si offre spontaneamente di seguirlo anche quando Sarki si presenta nel suo vero aspetto.
Il genere fantastico ha le sue più grandi perle negli anni'40, tra tutti ricordiamo Il ritratto di Jennie e Il fantasma e la signora Muir, meno noti sono i film degli anni '30, in particolare è caduta nel dimenticatoio (almeno in Italia) questo film di Mitchell Leisen che mescola commedia brillante e genere fantastico. E' un peccato che non circolino copie in italiano, anche solo sottotitolate, perché l'ambientazione è italiana e i personaggi minori e le voci di sottofondo sono italiani, come l'opera “la commedia tragica” del 1923 da cui è tratto il film, scritta da Alberto Casella.
Il film ha avuto anche un remake molto famoso, il sentimentale Vi presento Joe Black, anche se tra i due film ci sono molte differenze, non solo nella trama ma anche nel fascino dei due protagonisti, Brad Pitt era nella fase bel faccino inespressivo che ha funzionato solo in Intervista col vampiro, Frederich March è molto più affascinante: sa coniugare i toni della commedia con gli aspetti spaventevoli della sua vera natura, del resto è stato un validissimo dottor Jekyll.
Leisen riesce a creare da subito un'atmosfera sospesa e malinconica: Grazia rifugiata in chiesa mentre tutti festeggiano la partenza per la villa, la percezione di un'ombra che segue i viaggiatori durante la trasferta...
L'ambientazione è quasi tutta notturna e la villa rinascimentale al chiaro di luna esalta sia lo spirito romantico del film che quello sovrannaturale.
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