Pinky
USA 1949 20th Century Fox
con Jeanne Crain, Ethel Barrymore, Ethel Waters, Kenny Washington, Evelyn Varden, Basil Ruysdael, Frederick O'Neal, Nina Mae McKinney, William Lundigan, Griff Barnett
regia di Elia Kazan
Patricia "Pinky" Johnson è una ragazza di colore talmente chiara da essere scambiata per bianca. Con molti sacrifici la nonna lavandaia l'ha mandata a Boston a studiare da infermiera e qui Patricia ha rinnegato le proprie origini passando per bianca e innamorandosi di un dottore. Pinky torna in Virginia alla fine degli studi, indecisa se accettare la proposta di matrimonio del dottor Adams, rivelandogli le sue origini. Dicey, la vecchia nonna è comprensiva con i turbamenti della ragazza ma quando la signora Em si ammala le chiede di farle da infermiera personale, Pinky accetta a malincuore perché ricorda le umiliazioni patite da bambina dalla vecchia imperiosa ma accetta solo per fare un piacere alla nonna. Tra la vecchia inferma e la sua infermiera si stabilisce un legame di affetto e quando la signora Em muore lascia la sua casa a Pinky. I parenti inpugnano il testamento ma Pinky è disposta ad andare in tribunale perché le volontà della signora Em vengano rispettate. Questo le costerà il legame con il dottore ma sarà in grado di trasformare la vecchia magione in un asilo e in una scuola per infermiere di colore.
Il titolo italiano oggi risulta obbrobrioso ma credo non vada censurato per sottolineare il cambiamento dei tempi.
Il film è un robusto melodramma che doveva essere diretto da John Ford che abbandonò il progetto dopo solo una settimana di riprese per dissapori con il produttore Darryl F. Zanuck che si rivolse al poco più che esordiente (era al quarto film) Elia Kazan che si era occupato di ansisemitismo nel lavoro precedente, Barriera Inviisibile.
Pinky accusa i segni del tempo: è un classico film di una major tutto girato negli studios, l'attrice caucasica Jeanne Crain è un po' legnosa ma alcune scene hanno ancora una loro potenza, tutte quelle che riguardano il repentino cambio di atteggiamento dei bianchi quando capiscono che Pinky è una ragazza di colore: la rissa con Rozella e Jake Walters, il tentativo di stupro da parte dei due ragazzi prima gentilissimi nei confronti di una ragazza bianca vicina a un quartiere di baracche di afroamericani. Si capisce benissimo perché Pinky, lontana da casa abbia lasciato credere di essere bianca.
Anche Tom, il dottore che vuole sposarla, chiede a Pinky di rinunciare alla sue origini e continuare a fingersi bianca, per questo motivo Pinky lo lascia: l'incontro con la dispotica signora Em ha cambiato profondamente la ragazza. Anche se vive nella sua vecchia villa coloniale, burbera con tutti i bambini indistintamente dalla razza, tra la signora Em e nonna Dicey si è creato un legame che va oltre le classi sociali e le barriere razziste: nell'ormai obsoleto genere dei woman movies scorre ancora una vena di sorellanza e indipendenza che andrebbe rivalutata.
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