Non ci resta che il crimine
Italia 2019
con Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gian Marco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Massimiliano Bruno, Daniele Trombetti, Daniele Blando, Emanuel Bevilacqua, Sara Baccarini, Lorenzo Lucchi
regia di Massimiliano Bruno
Moreno convince gli amici di sempre, Sebastiano e Giuseppe, a seguirlo nella sua nuova imprese: un tour (ovviamente abusivo) nei luoghi della banda della Magliana. L'unico cliente che trovano è Gianfranco, un compagno di scuola nerd che bullizzavano e che ora è milionario grazie a una start up venduta a un gigante dell'informatica. Mentre sono in un bar ritrovo della banda, Moreno Sebastiano e Giusepe incappano in un tunnel spazio temporale che li riporta nel 1982 in pieno delirio le la rimonta ai Mondiali. I tre vorrebbero sfruttare la conoscenza dei risultati per fare i soldi con le scommesse ma finiscono per indebitarsi con Renatino De Pedis. Giuseppe viene tenuto in ostaggio mentre Moreno e Sebastiano devono trovare cinque milioni in 24 ore, i due ci riescono usando i soldi della banda nascosti nella basilica di Sant'Apollinare. Nel frattempo nasce un'insospettabile amicizia tra Giuseppe e Renatino mentre Sabrina, l'amante del boss s'invaghisce di Sebastiano. Dopo altre (dis)avventure, tra cui una rapina travestiti da Kiss, i tre riescono a tornare nel loro tempo ma Renatino li ha inseguiti e nel frattempo Sabrina ha rubato il tesoro che avevano trafugato e nascosto in un luogo dove recuperarlo nel 2018...
Il titolo fa riferimento a Non ci resta che piangere il capolavoro della comicità italiana per quanto riguarda i viaggi temporali ma il film è una parodia della serialità televisiva, alle due stagioni di Romanzo Criminale con adattamento, praticamente a tutto, della famosa battuta "pijamose Roma". La commedia è divertente: i tre protagonisti interpretano bene le debolezze dell'uomo medio contemporaneo soprattutto Tognazzi con la sua doppia anima di represso /violento esaltata dall'incontro con Renatino, ben interpretato da De Leo che ne mantiene i lati oscuri del boss della Maagliana nonostante i toni da commedia. Il regista ritaglia per sé il ruolo di Gianfranco l'amico nerd che diventerà deux ex machina dei futuri viaggi nel tempo della banda.
Ritorno al crimine
Italia 2020
con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Gian Marco Tognazzi, Massimiliano Bruno, Carlo Buccirosso, Giulia Bevilacqua, Loretta Goggi, Ninetto Davoli, Gianfranco Gallo, Antonio Gargiulo, Angelo Orlando, Nicola Pistoia, Marco Esposito
regia di Massimiliano Bruno
Tornati nel nostro tempo, Moreno, Sebastiano e Giuseppe sono sulle tracce di Sabrina per recuperare il tesoro della banda della Magliana non sapendo che anche Renatino e suoi scagnozzi sono finiti nel tunnel spazio temporale e li stanno inseguendo. I conti dovrebbero chiudersi a Capri dove Sabrina vive con la figlia e il secondo marito falsario, tale Massimo Ranieri ma l'intervento di una banda di camorristi guidati da Van Gogh così soprannominato per la somiglianza con il pittore e che vuole possedere un ritratto del suo sosia costringe i tre amici a una nuova avventura nel tempo: evitare la nascita del boss…
Il capitolo più debole della trilogia: dopo l'omaggio a Romanzo Criminale nel decennale dall'uscita, il tributo/ parodia si sposta all'altra serie crime di culto, Gomorra. A non funzionare è lo sdoppiamento della trama: Renatino che si deve confrontare con le assurdità del XXI secolo, abbastanza divertente anche se si snatura il personaggio rendendo un po' troppo simpatico il boss della Magliana, mentre i tre protagonisti tornano ancora una volta nel 1982 nel periodo dei Mondiali ma a Napoli dove interagiscono con Gennarino " 'O Rattuso" boss da operetta interpretato da Gianfranco Gallo (il marito di Imma Tataranni) padre di Van Gogh ma non figlio della moglie ma frutto di uno stupro che fortunatamente viene sventato impedendo così la nascita del vilain. Dubbi sulla paternità di Lorella, la figlia di Sabrina finita nelle mani della camorra e costretta a sposare il nuovo boss: potrebbe essere la figlia di Renatino o di Sebastiano.
C'era una volta il crimine
Italia 2022
con Giampaolo Morelli, Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Carolina Crescentini, Massimiliano Bruno, Edoardo Leo, Giulia Bevilacqua, Ilenia Pastorelli
regia di Massimiliano Bruno
Il piano, già anticipato nel finale del secondo capitolo, è quello di rubare la Gioconda nel periodo in cui era stata riposta nel Castello di Chambord insieme agli altri capolavori del Louvre per metterli in salvo dalla razzia nazista. Manca Sebastiano finito in galera con Massiimo Ranieri e sostituito da un parente, Claudio, storico con grossi problemi della gestione della rabbia. L'opera viene trafugata ma il ritorno al presente non sarà facile: siamo nei giorni dell'armistizio e i nostri eroi devono vedersela con partigiani e repubblichini, trovano rifugio a casa di Adele, la nonna di Moreno ma la piccola Monica, futura madre del protagonista, finisce su una camionetta di nazisti e condotta a Napoli. Moreno Claudio, Giuseppe e Adele faranno di tutto per riprendersi la piccola ma sarà necessario ancora una volta l'intervento di Renatino e Sabrina reclutati da Gianfranco e Lorella nel loro tour temporale per recuperare gli amici.
Devo riconoscere che quest'ultimo capitolo è quello che mi ha divertito di più, lasciati da parte i tributi alle serie tv, Bruno è libero di sbizzarrire la sua vena anarcoide sul tema dei viaggi nel tempo, con buona pace della necessità di non modificare gli eventi passati e gli incontri con parenti ed affini. Ancora una volta il film cita e rende omaggio, stavolta a un genere quello della guerra visto dai grandi della commedia all'italiana: da La grande guerra di Monicelli a Mediterraneo di Salvatores con un tocco tarantiniano che già era presente nello showdown del secolo episodio.
Pur nella sua faciloneria resta sempre esilarante la capacità tutta italiana di voltare faccia, passando dall'inno tedesco a Bella Ciao a Faccetta Nera pur di salvarsi la pelle.
Esilaranti gli incontri con i due protgonisti storici dell'epoca: il partigiano Sandro Pertini e il duce rinchiuso a Campo Imperatore, se il primo non si può toccare nemmeno per tentare la fuga (fosse stato Cossiga... dicono i protagonisti) e ci si può solo giocare a carte citando la famosa partita dei Mondiali recuperando un leitmotiv della trilogia, al secondo vengono fatti smontare tutti i luoghi comuni che ultimamente gli sono stati attribuiti sulle pensioni e la costruzione dello stato sociale.
Tra i protagonisti abbandona Gassman, il cui Sebastiano è finito in galera con il falsario Bucirosso ma entra Paolo Morelli, che si conferma sempre divertente e abile ad inserirsi in gruppi già rodati come fu già per Smetto quando voglio.
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