USA 1932 RKO
con Ann Harding, Leslie Howard, Myrna Loy, William Gargan, Neil Hamilton, Ilka Chase, Henry Stephenson, Leni Stengel, Don Dillaway
regia di Edward H. Griffith
Tom Collier, editore di raffinati volumi artistici, è da sempre in conflitto con il padre che teme particolarmente il ritorno della fidanzata storica del figlio, Daisy Sage, in trasferta per alcuni mesi a Parigi. Il temuto matrimonio però non ci sarà perché, durante l'assenza di Daisy, Tom si è innamorato di Cecelia Henry. Nonostante il loro fosse un rapporto molto libero, Daisy soffre molto l'abbandono di Tom e rifiuta di restare amici. Dopo qualche tempo Tom vorrebbe partecipare al vernissage della mostra di pittura di Daisy ma con il suo fare seducente Cecelia lo induce a restare a casa. Tom andrà a vedere la mostra qualche giorno dopo e c'è un riavvicinamento con Daisy che lascia la città per non riprendere la relazione. In occasione del compleanno di Tom, Cecelia organizza una festa in cui invita anche Daisy e altri vecchi amici di Tom, il suo intento è quello di dimostrare la lontananza che si è creata tra Tom, ora più dedito agli affari e i vecchi amici bohémien, ma il piano le si ritorcerà contro
Film tratto da una commedia teatrale di cui alcuni membri, compreso Leslie Howard, tornano anche nella pellicola.
E' un film piuttosto anonimo nella regia e anche piuttosto noioso che sembra durare molto di più dei suoi 85 minuti: le scene con il maggiordomo Regan, ex pugile con la passione dell'alcol che ovviamente non piace alla snob Cecelia, dovrebbero rappresentare il tocco comico della pellicola ma non hanno molta verve.
L'unico vero motivo per vedere la pellicola è Myrna Loy: non per nulla questo ruolo le apre le porte della grande commedia facendole abbandonare i ruoli esotici precedenti.
Il personaggio di Cecelia Henry Collier è molto interessante, è un'arrivista che non esita a usare il sesso per ottenere i suoi scopi e le tre scene di seduzione sono magistralmente interpretate dall'attrice, immagino- anche se non ho trovato riscontri- che nelle tre sequenze ci sia lo zampino di George Cukor, regista non accreditato del film.
Anche se l'archetipo di donna arrivista è ben presente nel cinema americano seguente, solo un film precode poteva portare alle estreme conclusioni sul personaggio di Cecelia: dopo aver rivisto Daisy alla festa, Tom inizia a capire la natura della moglie, che usa il sesso per manipolare le persone, la seconda scena di seduzione è infatti con Owen, l'avvocato di famiglia che Cecelia vuole tirare dalla sua parte perché convinca il marito a entrare in società con una grande catena editoriale che realizza romanzetti scadenti.
Ormai immune al fascino della moglie, Tom le fa presente che la camera dove ha allestito la loro cenetta romantica gli ricorda un bordello che frequentava a Londra. Capito che la moglie vuole i soldi promessi dal padre se si trasferiranno da lui, Tom le lascia l'assegno sul caminetto com'era usanza nella casa di piacere della sua gioventù e se ne va con fedele maggiordomo da quella che considera la sua vera moglie, anche se il loro legame non è mai stato sancito davanti alla legge ma è un'affinità elettiva che si concretizza nella stessa visione del mondo e dell'arte.
Commenti