Italia 1962
con Totò, Nino Taranto, Erminio Macario, Yvonne Sanson, Aroldo Tieri, Andrea Checchi, Mario Pisu, Pietro Carloni, Mario Castellani, Elvy Lissiak, Franco Volpi, Riccardo Billi, Enrico Viarisio, Franco Giacobini, Gisella Sofio, Gianni Rizzo, Franco Ressel, Antonio Acqua, Mimmo Poli, Lina Alberti, Consalvo Dell'Arti
regia di Sergio Corbucci
Un uomo si barrica in un bagno pubblico per richiamare l'attenzione sulla sua situazione: non sa chi è. Viene internato in una clinica e intanto vengono pubblicate le sue foto sui giornali, tra i vari riconoscimenti i più credibili sono quello della moglie di un ricco ingegnere e quello di un ladro che ha riconosciuto nello smemorato un suo complice; l'unica cosa che si appurerà è che nessuna delle identità attribuite all'uomo è reale.
Uno dei tantissimi film "alimentari" che sfrutta la maschera di Totò, come sempre i momenti migliori sono i siparietti comici con le spalle di pari livello, in questo caso Nino Taranto, il direttore del manicomio e Macario, il matto che divide la camera con Totò: con grande originalità non si crede Napoleone, ma Gioacchino Murat e non è per nulla guarito come dimostra lo smemorato durante il processo.
Il film rivela anche una vena malinconica: lo stesso smemorato smonta la presunta identità del facoltoso ingegnere per una forma di rettitudine: la giovane moglie di Ballarini voleva solo appropriarsi dei beni del marito e spartirli con l'amante, ma lo smemorato non ci sta a passare da cornuto anche se risarcito da una ricca fetta del patrimonio, anche la profuga istriana che lo reclamava come marito era in realtà pagata dai fratelli del Ballerini. al povero smemorato non resta che andarsene solo con un vecchio cane claudicante che è venuto a reclamarlo al processo.
Purtroppo a questo finale si attacca una scena posticcia di totò che sale sul balcone di Piazza Venezia e con la sua mimica fa la parodia del duce, chiusa ridanciana che probabilmente vuole richiamare il periodo storico in cui si svolse la vera vicenda dello Smemorato di Collegno a cui il film s'ispira molto liberamente.
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