Fallen Idol
GB 1948 London Film
con Ralph Richardson, Michèle Morgan, Bobby Henrey, Sonia Dresdel, Dennis O'Dea, Jack Hawkins, Walter Fitzgerald, Dandy Nichols, Joan Young, James Hayter, Geoffrey Keen, Bernard Lee, John Ruddock, Dora Bryan, Karel Stepanek, Gerard Heinz, Torin Thatcher, George Woodbridge, Hay Petrie, Ethel Coleridge, Ralph Norman, James Swan, Nora Gordon
regai di Carol Reed
Philip, figlio di un ambasciatore, trascurato dal padre per gli impegni di lavoro e con la madre malata e ricoverata, riversa tutto il suo affetto sul maggiordomo Baines. Ben diversi sono i sentimenti per la moglie del maggiordomo, severa ed arcigna governante dell'ambasciata. Senza volerlo il ragazzino rivela alla signora Baines la tresca del marito con una giovane dattilografa che lavora nell'ambasciata. La perfida governante finge di allontanarsi per alcuni giorni, sicura di poter cogliere i due amanti sul fatto come avviene, segue un litigio tra i due coniugi e la donna muore cadendo dalle scale: la morte è accidentale ma il ragazzino, credendo che sia stato il marito ad ucciderla fugge a notte fonda, viene trovato dalla polizia e riportato a casa mentre il medico sta verbalizzando la morte della signora Baines come accidentale ma il comportamento del bambino rischia di fare incriminare il maggiordomo....
Il film è tratto da un racconto di Graham Greene sceneggiato dallo stesso autore. E' il primo film dei tre che Reed trae dalle opere dello scrittore inglese, a cui seguono il capolavoro Il Terzo Uomo e Il nostro agente all'Avana.
A colpire maggiormente sono i virtuosismi tecnici della pellicola che vanta più di mille inquadratura per una durata di nemmeno 100 minuti. Virtuosismi che va sottolineato, non sono fine a sé stessi ma hanno anche il merito di creare l'atmosfera carica di tensione di una storia che sarebbe potuta essere anche risibile; invece le grandi panoramiche degli ambienti della villa di rappresentanza sottolineano lo sguardo del bambino. La scelta di un improbabile animale domestico come un serpentello chiamato Napoleone rende da subito la situazione infida in cui si deve muovere Philip, costretto a destreggiarsi tra i segreti degli adulti. L'insistenza sulla presenza dell'animale che il ragazzino si porta anche in giro per la città e l'odio che la signora Baines nutre per l'animale che chiama dispregiativamente il verme, fanno già intuire la pessima sorte che toccherà al povero rettile.
Baines e Julie riescono a distrarre il bambino dal dolore per la morte di Napoleone ma quella che dovrebbe essere una sera spensierata, anzi l'unico momento veramente spensierato della storia, diventa prodomo della disgrazia imminente grazie al gioco di luci dove prevalgono i toni cupi e grazie alle inquadrature sghembe.
I personaggi sono rappresentati ad altezza di sguardo infantile: il simpatico Baines, l'unico a prestare un po' di attenzione al ragazzino che spesso resta solo in ambasciata, è visto come un eroe e i racconti favolistici di millantate avventure africane, rischieranno di trasformare il casalingo maggiordomo in uxoricida.
La sgradevole signora Baines severa e gelosa del marito appare malefica come una strega agli occhi di Philip, figura a cui si contrappone la dolce Julie, l'amante del maggiordomo.
La visione parziale degli eventi convince il bambino che Baines abbia ucciso la moglie spingendolo alla fuga nella notte londinese, l'incontro con il poliziotto è un altro momento di grande sensibilità che mette in luce la diffidenza infantile nel rifiutare di avvicinarsi al gendarme per seguirlo a debita distanza.
Lo sguardo a misura di bambino sparisce nella risoluzione del caso e Philip è ridotto solo a un ragazzino petulante che non capisce perché il fatto di raccontare la verità che gli è stato tanto raccomandato, diventi improvvisamente una cosa fastidiosa. Resta la delusione di scoprire che Baines non ha il passato avventuroso che ha millantato ma forse il ritorno della madre dopo tanto tempo potrà riportare il bambino alla sua giusta dimensione infantile.
social