True Confession
USA 1937 Paramount
con
Carole Lombard, Fred MacMurray, John Barrymore, Una Merkel, Porter Hall, Edgar Kennedy, Lynne Overman, Irving Bacon, Fritz Feld, Richard Carle, John T. Murray, Tom Dugan, Garry Owen, Toby Wing, Hattie McDaniel, Eleanor Fisher
regia di Wesley Ruggles
Ken Barrett è un giovane avvocato che vuole difendere solo gli innocenti così, per pagare i conti, la moglie Helen sfrutta la sua fantasia da romanziera senza successo raccontanto un mucchio di bugie, anche al marito. Ad esempio senza dir nulla al consorte, accetta l'impiego come segretaria privata di un individuo che si rivela un porco. Helen fugge alle avances lasciando cappello e soprabito e quando torna a riprenderli con l'amica Daisy trova la polizia e il cadavere del suo datore di lavoro. Accusata dell'omicidio, Helen decide di dichiararsi colpevole sicura che l'arringa del marito la salverà e lo trasformerà in un avvocato di fama. Tutto va secondo i piani della donna ma sulla nuova vita di successo pesa l'ombra dell'omicidio di Helen che non può svelare la propria innocenza fino all'arrivo di un criminologo pazzo, il vero omicida che vuole ricattare i Bartlett...
La moglie bugiarda è un prodotto piuttosto strano nella produzione delle commedie brillanti e screwball del periodo lo dimostra l'insolita scena iniziale: non solo non siamo in un lussuoso appartamento dei quartieri alti dove di solito si ambientano le commedie anni '30, ma il quartiere popolare è introdotto da una ripresa in esterni. Al di fuori degli studios sono anche ambientate gli esterni sul lago dove i Barlett hanno comprato una villa. A questo elemento piuttosto innovativo fa da contraltare una divisione degli ambienti che rispetta la derivazione teatrale del film per cui l'antefatto si svolge prevalentemente nell'appartemento dei Barlett, la parte centrale è ambientata in tribunale con il processo di Helen e la chiusa avviene nella nuova proprietà della coppia dove li raggiunge Charley Jasper, il criminologo pazzo che si vanta di essere il vero colpevole ma sinceramente io non sono riuscita a capire se fosse vero: il personaggio dipinto dia John Barrymore è così surreale, a tratti quasi chapliniano che non è chiaro se sia sincero.
Il tema verità menzogna è il nucleo centrale del film: la coppia dei Barlett è improbabile proprio per il loro rapporto con l'onestà: lui è un integerrimo professionista che vuole difendere solo gli innocenti facendo la fame, lei non si fa nessuno scrupolo a inventare qualsiasi cosa per ottenere ciò che vuole, sia allungare il conto dal macellaio, sia far lasciare il lavoro all'amica prima del tempo perché deve informarla delle sue novità. Un personaggio sulla carta odioso, quello di Helen Bartlett ma reso adorabile dall'interpretazione di Carole Lombard: quando si pianta la lingua nella gota è perché ne sta pensando una delle sue, un "tic" che la caratterizza in maniera divertente.
Una storia pazza e divertente che ha il suo culmine nella rappresentazione dell'omicidio fasullo in tribunale dove l'allestimento teatrale dell'appartamento del morto ha una valenza metacinematografica: una rappresentazione nella rappresentazione. Il falso trasformato in farsa dalla gag della porta che non si apre mai è l'emblema del film che rompe un altro connubio classico, quello della commedia con il thriller e alla fine non importa chi ha ucciso Otto Krayler, non è quello il tema del film che si rivela una satira graffiante dell'ascesa sociale: la bugia a fin di bene per pagare i conti fa un salto di qualità e diventa il mezzo per ottenere fama e successo.
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