Germania, 2009
Con Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Unel, Pheline Roggan, Anna Bederke, Dorka Gryllus, Lucas Gregorowicz, Wotan Wilke Mohring
regia di Fatih Akin
Zinos Kazantzakis cerca di gestire una taverna in un quartiere periferico di Amburgo tra mille problemi: gli arretrati al fisco, la fidanzata che sta per trasferirsi a Shanghai, il fratello carcerato che gli chiede di assumerlo per poter allungare le ore di libertà condizionata. Quando assume Shayn Weiss, un cuoco borioso che si è fatto licenziare da un locale di lusso perché si è rifiutato di scaldare il gazpacho a un cliente anche la poca clientela del locale di Zinos se ne va e come se non bastasse Zinos si procura un'ernia cercando di spostare una vecchia lavastoviglie. Zinos vorrebbe lasciare tutto e andare a Shanghai da Nadine che inizia a sentire sempre più distante ma un vecchio “amico” che ora si è messo nel ramo immobiliare e punta al terreno su cui sorge il locale, gli manda gli ispettori dell'ufficio d'igiene per farlo chiudere invece Zinos la vive come una sfida per far sopravvivere il locale che in breve tempo prende quota. Zinos decide di affidarlo al fratello che ha una relazione con la cameriera Lucia e trasferirsi da Nadine ma mentre si sta per imbarcare vede la ragazza di ritorno dalla Cina per la morte della nonna e Illias perde il locale a poker con Neumann. Perso tutto, Zinos s'impiega come manovale ai magazzini generali e dopo qualche mese Nadine lo richiama per scusarsi del suo comportamento. Scoperto che il locale è andato all'asta, Zinos chiede un aiuto economico alla ex ora ricchissima per l'eredità della nonna e ricompra il Soul Kitchen
Il regista tedesco di origine turca Fatih Akın raggiunse la fama nel 2004 con il drammatico e intenso La sposa turca, successo rinnovato da questo film del 2009 che vinse il Leone d'argento a Venezia, all'epoca non lo vidi al cinema poco attirata dai trailer e recuperato oggi riconfermo il mio stupore per gli entusiasmi verso questa commedia, sicuramente carina e divertente ma che non si discosta per nulla dal genere della commedia d'integrazione molto diffusa nel decennio scorso, forse oggi un po' in declino.
Un film furbo che strizza l'occhio al film disfunzionale del Sundance, genere a sua volta diventato un cliché: i parenti impossibili, il questo caso il fratello ladro e sullo sfondo della cena d'addio a Nadine, la classica madre tiranna del Sud Mediterraneo; l'arte di arrangiarsi, vedi l'apparecchiatura sui generis a inizio film dopo che l'infernale lavastoviglie ha rotto tutti i piatti.
Di certo si ride anche se il ritmo è un po' discontinuo per la troppa carne al fuoco anche se bisogna riconoscere al film la capacità di portare a conclusione tutti gli elementi, anche i più assurdi che compongono l'intricata trama: persino l'orgiastica nottata dovuta a una spezia afrodisiaca di cui lo chef abusa nel preparare il dolce, tornerà utile per far finire in prigione il pessimo Neumann: la donna che si è fatto e abbandonato senza neanche salutare è un'agente del fisco per vendetta si mette sulle sue tracce spedendolo in galera e salvando così il locale di Zinos dalla distruzione.
Come l'incontro del taverniere Zinos che cucina precotti e il raffinato chef Shayn, il film mescola diversi tipi di comicità quella di grana grossa legata al sesso, l'humor nero della bara della nonna che si apre durante la sepoltura, la comicità fisica dell'avversario di Zinos all'asta che perde il lotto avendo ingerito un bottone invece delle sue solite mentine.
A tenere insieme tutto la musica, costante dei film del regista, si segnalano per originalità la scelta di Natalino Otto nella scena d'addio all'aeroporto quando Nadine parte e la versione rebetiko originale che ha ispirato Contratto per Karelias a Vinicio Capossela.
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