Las garras de Lorelei
Spagna, 1973
con Tony Kendall, Helga Liné, Silvia Tortosa, Josefina Jartin, Loreta Tovar, José Thelman, Luis Induni, Francisco Nieto, Betsabé Ruiz, Luis Barboo, Ángel Menéndez, Sergio Mendizábal, Marisol Delgado, Victoria Hernández, María Vidal
regia di Amando de Ossorio
In un paesino sul Reno una giovane donna viene uccisa la notte prima delle nozze. L'omicidio è talmente efferato, le è stato strappato il cuore, che si crede sia opera di una bestia feroce. La professoressa Ackerman, tra le dirigenti di un collegio femminile poco fuori al pese, chiede al sindaco che qualcuno pattugli il collegio e viene inviato l'aitante cacciatore Sirgurd, che turba i sogni delle collegiali e della repressa Ackerman. Il mostro compie un altro omicidio e un vecchio musicista cieco inizia a rievocare la leggenda di Lorelei con il supporto di uno strano scienziato, il professor Vollander: saranno le prossime vittime. Intanto Sirgurd nei pressi di uno stagno incontra una donna misteriosa e seducente, quando il cacciatore s'immerge nel fiume per stanare il mostro scopre la grotta di Lorelei la sirena che si nutre di cuori umani e che si è innamorata di lui ma nonostante l'attrazione il cacciatore fa esplodere la grotta con la dinamite e poi ferisce mortalmente Lorelei mentre sta attaccando la Ackerman per gelosia.
Il regista spagnolo Amando de Ossorio abbandona momentaneamente la sua tetralogia sui Templari ciechi, a cui deve la fama, per realizzare questo film bizzarro che fa riferimento al mito dei Nibelunghi in particolare alla figura della sirena (ondina) Lorelei che con il suo canto ammaliava i marinai facendoli annegare.
La bizzarria del film, che lo rende divertente da guardare è la commistione di stili e riferimenti horror: le case a graticcio del paesino senza nome sul Reno, il paesaggio spettrale dello stagno dove appare Lorelei creano un'atmosfera gotica che rimanda a Nosferatu di Murnau in netto contrasto con la villa liberty che ospita il collegio femminile con disinibite fanciulle in fiore sempre in costumi da bagno succinti (per l'epoca).
La bellissima ondina per i suoi assassini si trasforma in un orrido mostro anfibio che deriva direttamente da Il Mostro della Laguna Nera, ancora atmosfere da mad doctor della Universal con il professor Vollander e i suoi studi sulla mutazione cellulare.
Per certi versi il film è anche un rovesciamento del mito della bella e la bestia, in questo caso il bello è il cacciatore Sirgurd e la bestia la mostruosa Lorelei. Il cacciatore è un duro solitario che anticipa gli eroi monolitici del cinema e la tv anni'80: arriva su una Harley fucile a tracolla con un abbigliamento che oggi risulta risibile: pantaloni a zampa stretti sul bacino, va a fare il bagno con il giubbotto di jeans sul villoso petto nudo e degli assurdi pantaloni a righe, insomma un divertente campionario di cattivo gusto per il truzzo perfetto dell'epoca.
Gli effetti speciali non sono curatissimi, le scene gore sono più concentrate a mostrare il seno martoriato delle vittime che a sottolineare l'atmosfera horror, un film che più probabilmente strappa una risata invece di un sussulto di paura ma che riesce ad essere interessante per chi ama il genere.
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