The Sign of the Cross
USA 1932, Paramount
con Elissa Landi, Fredric March, Claudette Colbert, Charles Laughton, Ian Keith, Arthur Hohl, Tommy Conlon, Harry Beresford, Ferdinand Gottschalk, Vivian Tobin, Jeyzella
regia di Cecil B.DeMille
Roma 64 d.C. Nerone sfrutta l'incendio dell'Urbe per incrementare l'odio verso i cristiani. Il prefetto di Roma, Marco Superbo, si trova casualmente davanti a un alterco tra due delatori e due cristiani difesi da una ragazza, Marzia. Tra il prefetto e la fanciulla è amore a prima vista e Marco lascia liberi i cristiani, la notizia arriva a Tigellino che vorrebbe prendere il suo posto, e a Poppea l'imperatrice innamorata di lui. Tigellino fa torturare Stefano un giovane cristiano che vive con Marzia e scopre il luogo di una riunione catturando un centinaio di cristiani, Marco interviene ancora in difesa di Marzia e chiede per lei la grazia a Nerone ma Poppea si oppone. L'imperatore decide che la ragazza avrà salva la vita solo se abiura il cristianesimo ma Marzia è ben salda nella sua fede e Marco, per amore, la segue nel martirio.
Il primo film biblico sonoro di Cecil B.DeMille che segna il suo ritorno alla Paramount dopo la parentisi alla MGM, è un kolossal che ben interpreta lo spirito pre-code mescolando sapientemente il casto fervore dei cristiani alla lussuriosa decadenza dell'impero romano.
La versione che gira(va) nelle televisioni italiane è stata pesantemente censurata lasciando solo la storia d'amore tra Marco e Marzia e il misticismo religioso, eliminando tutta la parte dedicata a Poppea la celeberrima scena di Claudette Colbert nuda nel bagno di latte d'asina, il sensuale ballo lascivo di Ancaria durante il festino di Marco con il canto dei cristiani che soverchia le musiche romane e ridà forza all'intimorita Marzia, le scene più crude dei giochi al circo con le cristiane seminude ricoperte solo da una strategica ghirlanda di fiori in attesa di essere divorate dai coccodrilli o brutalizzate dal gorilla.
Lo stesso DeMille rimaneggiò il film nel 1944 operando una prima censura e facendo introdurre il film da una scena in cui due cappellani militari discutono sul primo cristianesimo; l'unica cosa interessante di questo aneddoto è che vedendo il film ho pensato spesso come DeMille anticipasse di un lustro le persecuzioni naziste nei confrondi degli ebrei.
Il regista conferma la magniloquenza del suo stile: alcune inquadrature riprendono la composizione di gruppi marmorei romani, la stessa scena iniziale di Nerone che suona la lira mentre Roma brucia si allarga a mostrare una scalinata su cui stanno impietriti dal terrore i suoi cortigiani riprendendo la spirale della Colonna Traiana e il sempre ubriaco Glabrio beve da un boccale che una fedele riproduzione di un rhyton a forma di testa d'ariete.
Nel cast spicca Claudette Colbert nel ruolo della sensuale Poppea che fa le prove per la Cleopatra del 1934, sempre per la regia di DeMille, mentre Charles Laughton con pesante trucco e naso greco, interpeta da par suo l'annoiato e timibondo Nerone.
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