I Know Where I'm Going!
GB 1945 Rank
con Wendy Hiller, Roger Livesey, George Carney, Pamela Brown, Walter Hudd, Duncan MacKenzie, Capitano C.W.R. Kmight, John Rae, Ian Sadler, Norman Shelley, Donald Strachan, Jean Cadell, Finlay Currie, Petula Clark, Margot Fitzsimmons, Anthony Eustrel, Alec Faversham, Catherine Lacey, Duncan McIntyre, Ivy Milton, Murdo Morrison
regia di Michael Powell e Emeric Pressburger
Joan Webster è un'ambiziosa e volitiva ragazza che sta per sposare un ricchissimo e attempato magnate. Le nozze si terranno su un'isola delle Ebridi di proprietà dello sposo e Joan affronta con grande determinazione il viaggio da Manchester a Kiloran ma giunga senza problemi all'isola di Mull dovrà cedere alla volubilità del tempo scozzese che le impedisce di raggiungere la meta così vicina. Nell'attesa di arrivare a destinazione Joan conosce Torquil MacNeil un ufficiale di marina anche lui diretto a Kiloran, la ragazza scopre che Torquil è il vero signore dell'isola che ha affittato al suo futuro sposo. Mentre il maltempo prosegue Joan si scopre attratta dal giovane ufficiale tanto da pagare un giovane isolano perché la porti a Kiloran nonostante il maestrale, anche Torquil sale sulla barca e riescono salvarsi dal gorgo di Corryvreckan ma non da quello della passione.
Un film nato per caso, per l'impossibilità di ricevere il materiale necessari per girare in technicolor Scala al Paradiso, si è rivelato uno dei film più interessanti della produzione in bianco e nero del duo Powell&Pressburger che per diversi aspetti anticipa Narciso Nero: la fascinazione dei luoghi antichi e la vertigine della natura nel film del 1945 sono girati in chiave di commedia romantica mentre nell'opera del 1947 diventano il fulcro di un melodramma.
Se in Narciso Nero era il caravanserraglio alle pendici dell'Himalaya a suggestionare le suore messe ulteriormente in crisi dai vertiginosi dirupi, qui è il rudere di Moy Castle, interdetto ai MacNeil da una maledizione e il gorgo di Corryvreckan a rappresentare l'ineluttabilità delle forze naturali e delle vestigia storiche.
Un intreccio di leggende e tradizioni gaeliche ambientate nei luoghi originali descrivendo tutta la potenza della natura che fa da contrasto alla trama da commedia romantica con la bella protagonista raffinata e ambiziosa che scopre i valori di una ricchezza che va oltre al denaro, la nobiltà squattrinata -soprattutto in tempo di guerra- disposta a tutto per salvare il luogo che abitano, non solo Torquil ma anche Catriona che con la sua apparizione scarmigliata con i capelli, sempre sciolti e in questo caso fradici di pioggia, anticipa il lato femminile più passionale e selvaggio con cui Joan si dovrà scontrare per poi capitolare perdendo non solo l'abito da sposa nel gorgo, ma tutta la sua allure da signorina bene per cedere a un look più naturale che non può competere con la furia degli elementi; se non bastasse questo simbolismo il concetto è ancora ribadito in modo più metaforico dall'aquila addomesticata del capitano Knight che ha ragione di una volpe; per tacere del ritratto parodistico dei Robinson, gli unici degni di essere frequentati, secondo il fidanzato di Joan, che ricordo, non vediamo mai.
La dimensione fantastica, anche se in modo latente è presente soprattuttto nel sogno di Joan durante il viaggio in treno che mi ha fatto ripensare a The elephant man in cui Wendy Hiller interpreta Madre Shead
Notevoli anche i titoli di testa: i crediti compaiono nei luoghi più disparati mentre la voce off illustra il carattere deciso della protagonista che si manifesta fin dalla più tenera infanzia.
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