How to Murder Your Wife
USA 1965 MGM
con Jack Lemmon, Virna Lisi, Eddie Mayehoff, Claire Trevor, Terry-Thomas Stevens, Sidney Blackmer, Jack Albertson, Max Showalter, Mary Wickes
Regia di Richard Quine
Stanley Ford è un fumettista che vive in prima persona le avventura che disegna nei suoi fumetti e soprattutto è uno scapolo incallito almeno fino a quando non va a una festa di addio al celibato e completamente ubriaco si sposa con la bellissima straniera che è uscita dalla torta. Purtroppo liberarsi della moglie non è facile, le nozze sono state consumate e ben presto Stanley si ritrova senza il suo fedele maggiordomo e ingrassato per i manicaretti della moglie, decide quindi di ucciderla, almeno nei fumetti ma la donna, visti disegni, scompare nel nulla e l'estremo realismo che ha sempre caratterizzato il lavoro di Ford lo porta ad un passo dalla sedia elettrica...
Il debutto americano della nostra Virna Lisi, di una bellezza sfolgorante, è una commedia gradevole con alcune trovate estremamente divertenti ma c'è comunque qualcosa che non funziona, qualche calo di ritmo che inficia lo spettacolo.
Jack Lemmon è bravissimo e trova un'ottima spalla in Terry-Thomas, il fidato maggiordomo misogino quanto lui che rifiuta di servire coppie sposate e si mette al servizio solo di scapoli impenitenti. Quella tra Ford e il suo cameriere è una vera bromance al limite dell'omoerotismo dissipato dal finale con l'arrivo della madre della signora Ford con cui Charles trova un inatteso punto in comune.
Il conflitto tra i sessi delle commedie brillanti anni '30 si trasforma in una commedia che mette alla berlina i vizi del matrimonio dove le mogli sembrano prendere il sopravvento e costringono il sesso forte a subire tutte le loro bizze e desideri, ragion per cui il processo per uxoricidio di Ford si trasforma in un surreale apologo della libertà maschile alla fine del quale l'esaltata giuria si schiera a favore del reo confesso.
Per quanto estremo difensore della libertà maschile, Stanley sente la mancanza della bella straniera (il nome di battesimo della protagonista non viene mai proferito) che gli ha sconvolto la vita e sarà con gioia che la ritrova a casa, anzi in camera da letto ma prima di concedersi, da buon film dell'America puritana, la signora Ford chiede di riavere la fede nunziale.
Virna Lisi interpreta un'italiana nella versione originale ma in quella italiana diventa una greca per mantenere la mancata comprensione linguistica del personaggio. Bellissima e fedele agli stereotipi: cucina abbondante, fuga per chiedere consiglio alla madre, la gestualità e la propensione per il contatto fisico trasformano la donna in una persona sempre pronta a prendere l'iniziativa sessuale: va bene che la Lisi doveva essere una (delle tante) risposte a Marilyn ma quest'insistita sensualità è davvero troppa e poco credibile, soprattutto di fronte a un maschile -questo sì molto realistico!- che ambisce solo a starsene in santa pace e portare avanti hobby infantili in case confortevoli ma senza fronzoli.
Nonostante i difetti il regista si conferma autore di immagini iconiche: Virna Lisi che esce dalla torta fa il paio con Kim Novak che canta la sua nenia con il gatto Cagliostro in braccio in Una strega in Paradiso
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