Italia 1941
con Alida Valli, Massimo Serato, Mariù Pascoli, Annibale Betrone, Ada Dondini, Giacinto Molteni, Enzo Biliotti, Renato Cialente, Adele Garavaglia, Carlo Tamberlani, Giovanni Barrella, Elvira Bonecchi, Jone Morino, Giorgio Costantini, Nino Marchetti, Domenico Viglione Borghese, Emilio Baldanello, Anna Mari, Felice Minotti, Mario Soldati, Anna Carena, Attilio Dottesio, Franco Vitrotti
regia di Mario Soldati
Valsolda, 1850: Franco Maironi viene diseredato dalla nonna marchesa perché ha sposato Luisa, ragazza di più umili origini. Il professor Gilardoni informa Franco che potrebbe rivalersi sulla nonna perché è in possesso di una copia del testamento olografo del nonno che lo rende unico erede, testamento di cui la marchesa Orsola ha bruciato quella che credeva fosse l'unica copia. Franco rifiuta di disonorare la nonna e con la moglie va a vivere presso lo zio di lei, Piero Ribera. Neppure quando nasce la figlia dei due giovani la marchesa si ammorbidisce anzi fa in modo che gli esiti di una perquisizione della polizia austroungarica ricadano sullo zio Piero togliendo l'unico sostentamento della famiglia. Gilardoni torna alla carica con il testamento di cui viene informata anche Luisa, le diverse posizioni sull'eredità allontanano i due giovani e Franco si trasferisce a Torino per lavorare come giornalista ma la stretta degli austroungarici rende difficile l'invio di denaro così Luisa, ormai alla fame, affronta la marchesa ma proprio durante l'incontro tra le due donne Ombretta annega nel lago. Luisa si chiude nel suo dolore e la marchesa perseguitata dal senso di colpa in punto di morte perdona finalmente il nipote. Per alcuni anni Luisa e Franco restano lontani solo nel 1859, prima di partire per la guerra, Franco chiede alla moglie di raggiungerlo all'Isola Bella per un ultimo incontro.
Dall'omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro, il film che trasformò Alida Valli in una stella, facendole vincere la Coppa Volpi alla mostra di Venezia.
Il film resta molto fedele al romanzo anche nell'afflato paesaggistico e nei molti caratteri secondari affidati a una serie di attori teatrali che danno la giusta patina regionale al film.
Essendo un film di carattere storico e letterario viene ritenuto un capolavoro del calligrafismo, quella corrente cinematografica che durante gli anni del fascismo si rifugiava nella bellezza delle immagini e storie lontane dalla contemporaneità per non prendere posizione; certo che la storia di una coppia di ferventi patrioti risorgimentali che rinuncia a tutto per liberare l'Italia dal giogo austroungarico mentre l'Italia fascista era alleata con i tedeschi forse così avulsa dalla realtà contemporanea non lo era...
Il film è invecchiato dignitosamente e si lascia seguire ancora oggi con passione, merito del soggetto, un classico della letteratura italiana, la bravura degli attori e perché no la presenza della deliziosa Ombretta che è un po' la Diletta Butler della nostra cinematografia, unita alla bimba di Via col Vento dall'infausto destino.
Anche se non si incontrano praticamente mai, Alida Valli e Ada Dondini, la marchesa Orsola, lasciano il segno grazie alla loro alterigia, quella dell'onestà di Luisa e quella nobiliare di Orsola, bellissima giovane la prima, sfranta vecchia la seconda che pure ai suoi tempi doveva aver lasciato il segno, stando al testamento del marchese che fa riferimento agli amanti della moglie.
In mezzo il debuttante Massimo Serato, bellissimo dell'epoca che però non spiccò mai per le eccelse qualità interpretative.
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