Italia, 1977
con Vittorio Gassman, Catherine Deneuve, Danilo Mattei, Anicée Alvina, Ester Carloni, Gino Cavalieri, Michele Capnist, Aristide Caporale
regia di Dino Risi
Il diciannovenne Tino Zanetti vuole studiare pittura e si trasferisce dalla provincia a Venezia, ospitato dagli zii che vivono in una grande casa in decadimento. Lo zio Fabio è arcigno e severo anche con la moglie, la molto più giovane Elisa. Ben presto Tino si accorge di strani rumori e la cameriera Annetta gli rivela che al piano superiore vive recluso, Alberto, fratello pazzo di Fabio. Le confidenze dei due zii però rivelano a Tino una realtà ancora più inquietante...
Il film è tratto dal romanzo di Giovanni Arpino, Un'anima persa che non approvò la trasposizione cinematografica.
L'opera, considerata minore, rimane relegata nella filmografia del regista anche per il tema scabroso trattato, la pedofilia: il rapporto perverso che lega Elisa e Fabio li porta a inventarsi una realtà fittizia fatta di morti e fratelli immaginari per giustificare la scomparsa di un sentimento svanito con la normale crescita della bambina. Uno sguardo inquietante e a suo modo pietoso su uno degli abissi più orridi della follia umana.
E' interessante lo sviluppo del film che parte da un topos classico del genere gotico, la porta chiusa dietro cui si celano i più oscuri segreti di famiglia e il divieto assoluto di varcarla, veto che ovviamente scatena l'irrefrenabile curiosità.
Torna anche il rapporto de Il sorpasso: il giovane timido e senza esperienza affascinato suo malgrado da un adulto sicuro e saccente, se Bruno Cortona era l'apoteosi dell'ignoranza e della gaglioffaggine, Fabio Stolz nasconde i suoi demoni dietro una facciata irreprensibile di conformismo -la tirata contro i cappelloni compagni del corso d'arte del nipote- e cultura: le continue citazioni letterarie, soprattutto in tedesco. Il doppio ruolo di Fabio e Alberto permette a Gassman di sfruttare tutto il suo grande talento di mattatore e Risi riesce a tenere a bada l'estro dell'attore mettendolo al servizio del film.
Se il giovane de Il Sorpasso ci lasciava la pelle, Tino si salva grazie alla fuga finale e all'amicizia con Lucia, la modella che posa al suo corso. La ragazza diventa sua confidente e lo aiuta nelle ricerche della tomba di Beba, la bambina morta, presunta figlia di Elisa.
Anima persa ha anche elementi thriller, piccoli indizi disseminati qua e là che lasciano intuire il legame malsano dei due coniugi: la voce infantile con cui Elisa si esibisce nel fatiscente teatro del palazzo, i continui riferimenti alle piante di Fabio, ingegnere, quando dovrebbe essere Alberto lo studioso di scienze naturali.
Venezia è l'ambientazione ideale per la vicenda: la bellezza decadente, le acque limacciose e piene di immondizie, la galleria di personaggi bislacchi sottolineano l'atmosfera putrescente e morbosa del film.
perfetto.
l’ho appena visto su raiplay e non mi capacitavo.
Scritto da: BT | 25 febbraio 2023 a 00:59