Italia 2016
con Andrea Cocco, Diana Dell’Erba, Marco Deambrogio, Walter Lippa, Christopher Lambert, Rutger Hauer, Geraldine Chaplin, Michael Madsen, Franco Nero, Maria de Medeiros, Kabir Bedi, William Baldwin, Marc Fiorini
regia di Louis Nero
Futuro prossimo: Arthur Adams, giovane archeologo segnato dalla morte del padre a cui ha assistito in giovane età, viene coinvolto dal suo mentore nella ricerca di un frammento mancante di un papiro egizio, inizia una quest attraverso la Torino alchemica con rimandi a Dante e Hieronymus Bosch, segnata da un gran numero di omicidi...
Dopo aver visto Hans viene da essere molto accondiscendenti con l'ultimo lavoro di Louis Nero, il regista torinese lascia le elucubrazioni più ermetiche per indirizzarsi verso generi più popolari come la fantascienza distopica: il futuro imminente (2023-2033) prevede che la carta sia proibita da un'apposita legge in nome dell'ecologia ma probabilmente per impedire la diffusione del sapere, controllando le informazioni che possono passare dai dispositivi elettronici. Uno spunto interessante che però non viene mai approfondito, resta solo un elemento scenografico per creare un'ambientazione futuribile e -appunto- distopica.
Anche la carrellata di personaggi che il giovane Arthur incontra per continuare la sua ricerca sono appena abbozzati, apparizioni evanescenti nobilitate dagli interpreti di fama internazionale: da Kabir Bedi a Rutger Hauer, il regista attraversa tutto l'immaginario televisivo e cinematografico degli anni '70-'80 regalando però solo dei bei camei, almeno quasi sempre perché l'ex sex symbol anni '90 William Boldwin nelle vesti di frate goloso con il vocione di Pannofino è davvero poco credibile.
Spiace l'occasione mancata perché il viaggio nei misteri del Piemonte è intrigante e anche se manca tutta la parte action e thrilling resta la fascinazione e la miscellanea che va dagli antichi egizi a Tesla passando per i templari avrebbe avuto sicuro impatto sul pubblico se il film avesse avuto uno svolgimento più pop, forse un giorno il regista raggiungerà il giusto compromesso tra le sue tematiche filosofiche e un approccio comprensibile a un pubblico più vasto.
Personalmente, nonostante gli errori evidenti, subisco il fascino del mondo di Louis Nero ad esempio ho trovato commovente l'idea di mettere Geraldine Chaplin come entità a guardia della Mole, cioè del Museo del Cinema.
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