Cat People
USA 1982, RKO/ Universal
con Nastassja Kinski, Malcolm McDowell, John Heard, Annette O'Toole, Scott Paulin, Lyna Lowry, Ed Begley Jr., Ron Diamond, Ruby Dee, Frankie Faison
regia di Paul Schrader
Irena Gallier si trasferisce a New Orleans a casa del fratello Paul che non vede dalla più tenera infanzia separati dopo il suicidio dei genitori circensi. Dopo aver accolto la sorella, Paul sparisce misteriosamente mentre un grosso esemplare di pantera viene catturato in un albergo a ore e portato allo zoo di New Orleans. Irena, in giro per la città finisce allo zoo e rimane affascinata dal felino, tanto da restare oltre l'orario di chiusura. Conosce così Oliver dirigente della struttura che le trova anche un lavoro nel negozio di souvenir. Irena è attratta da Oliver ma resta fedele alla propria verginità, intanto Paul torna a casa e le rivela quello che la ragazza sta iniziando ad intuire: appartengono a una razza di uomini pantera e possono accoppiarsi solo tra consanguinei altrimenti si trasformano in belve fino a quando non uccidono un essere umano. Irena rifiuta la proposta di Paul di mettersi insieme come i loro genitori e decide di fare l'amore con Oliver trasformandosi in una pantera, per non aggredire l'amato la pantera fugge e Irina torna umana solo dopo aver ucciso un uomo. Per evitare di vivere tra i due mondi e uccidere ancora, Irena chiede a Oliver di fare l'amore con lei un ultima volta per trasformarsi e restare un felino, rinchiusa nella gabbia dello zoo.
Il remake de Il Bacio della pantera è un film piacevole che omaggia l'illustre capostipite nella scena della piscina e poi se ne allontana totalmente diventando più che altro un perfetto esempio del suo tempo, dove tutto andava esibito: dall'esplicite scene di sesso, al mistero degli uomini pantera: se l'intro del mondo ancestrale è intrigante, oltre che patinato al punto giusto: la canzone di Bowie arrangiata da Moroder rende l'introduzione un perfetto videoclip; l'autopsia al cadavere della pantera Paul è il momento più lontano dal classico RKO: quel braccio umano che esce dal cadavere del felino prima che questi si decomponga in una nuvola sulfurea è un inutile sfoggio splatter: la doppia natura di Paul era stata ormai ampiamente espressa e l'ultima trasformazione era iniziata da alcuni graffi sulla mano che lasciavano vedere la zampa felina all'interno, poco dopo vediamo l'arto umano uscire dal corpo felino, insomma un gioco di scatole cinesi.
In altri momenti la dimensione splatter funziona: molto intrigante la scena di Irena che corre nuda nel bosco cacciando un coniglio: finalmente quache ombra in più e un minimo di non detto che ricorda il capolavoro originale. A livello di luci il film sembra pagare qualche debito verso il nostro Dario Argento con la prevalenza del rosso simbolo di eros e thanatos anche nelle scenografie e nei costumi ma il sangue che inzacchera le espadrillas ricorda anche Shining.
E' notevole, a livello di effetti speciali, la trasformazione di Irena in pantera dopo aver fatto l'amore per la prima volta.
Inutile dire che il film poggia tutto sulla bravura dell'ottima Nastassja Kinski, McDowell è ambiguo da par suo e un'ottima spalla, che una donna pantera si sacrifichi e passi tutta la vita in gabbia per amore di un bietolone monoespressivo come John Heard francamente è incomprensibile.
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