Italia 1985
con Jennifer Connelly, Daria Nicolodi, Donald Pleasence, Dalila Di Lazzaro, Davide Marotta, Patrick Bauchau, Fiore Argento, Fiorenza Tessari, Federica Mastroianni, Kaspar Capparoni, Michele Soavi
regia di Dario Argento
Jennifer Corvino, figlia di un divo del cinema, viene mandata in un collegio svizzero; Sophie, la compagna di stanza le rivela per prima cosa che in giro c'è un mostro che uccide ragazzine della loro età. Fin dalla prima notte passata nel collegio Jennifer ricade vittima del sonnambulismo da cui credeva di essere uscita, finisce investita da due ragazzotti che credendola morta la lasciano nel bosco, fortunatamente vicino alla casa del professor McGregor, un entomologo di fama internazionale. Jennifer che ha una forte attrazione per tutti i tipi d'insetti, stringe amicizia con McGregor e quando anche Sophie viene uccisa decide di usare la sua capacità di comunicare con gli insetti per scoprire l'assassino. Nel frattempo a scuola la ragazza viene bullizzata per il suo insolito talento e Jennifer decide di lasciare il convitto ma finisce per accettare l'ospitalità dell'assassino e di chi lo copre...
Phenomena può essere considerata la summa del cinema di Dario Argento, l'ultimo lavoro degno di nota del maestro che cita molte delle sue opere precedenti: il legame con Suspiria è evidente non solo per l'ambientazione in un collegio femminile ma anche la severa direttrice interpretata da Dalila di Lazzaro riprende un po' la fisionomia di Joan Bennet, la madame Blanche della pellicola.
L'acqua, elemento molto presente nel film e la discesa nel sottosuolo per scoprire la fonte del male sono presenti in Inferno mentre le due morti per decapitazione sui vetri di una finestra richiamano la fine di Clara Calamai in Profondo Rosso.
Argento cita anche i suoi maestri: quando Jennifer fugge dal convitto prima di essere ricoverata in un ospedale psichiatrico il ferro da maglia che cade senza far rumore perché s'infilza nel gomitolo, ripropone la scena della scarpa di Marnie, le ombre e la sfilata di porte degli incubi della ragazzina vengono dal cinema espressionista e poi onirico di Fritz Lang.
Il film può essere letto come una favola horror, dove una sorta di Biancaneve o Alice viene catapultata in un mondo crudele in cui cavarsela da sola, grazie a poteri insoliti, la telepatia con gli insetti, tipici di un archetipo femminile puro e virginale, non a caso Jennifer è spesso vestita di bianco.
Il regista coglie anche lo spostamento del pubblico e si rivolge direttamente agli adolescenti con attrici molto giovani, la Connelly era reduce dal fulmineo esordio di C'era una volta in America, il look più in voga, quello dei paninari non a caso i costumi sono firmati Armani e addirittura un piccolo dialogo sulla bellezza dell'indumento è dedicata alla felpa con l'aquila logo dell'Emporio Armani.
Sono invecchiati un po' male gli effetti speciali al computer, la morte della prima vittima, interpretata da Fiore Argento, figlia del regista, ricalca malamente la morte di Profondo Rosso proprio per l'ingenuità della computer grafica dovuta ai tempi. Altri trucchi invece sono di grande effetto, soprattutto quelli artigianali e funziona benissimo la dimensione notturna con il vento che sconvolge le chiome degli alberi sottolineando il senso d'inquietudine che scuote anche la natura per gli orrori umani che la vallata svizzera nasconde.
Non manca il gore con il profluvio di cadaveri e larve d'insetti, la colonna sonora dei Goblin si vena di metal con la presenza di brani dei Iron Maiden e dei Motörhead e il film si conclude con la sovrapposizione di diversi finali, elementi che rispecchiano certamente il gusto del regista ma soprattutto lo spirito degli anni '80.
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