Peeping Tom
GB, 1960
con Carl Boehm, Moira Shearer, Anna Massey, Maxine Audley, Brenda Bruce, Shirley Anne Field, Esmond Knight, Pamela Green, Michael Goodliffe, Martin Miller, Jack Watson, Shirley Ann Field
regia di Michael Powell
Mark Lewis è il figlio di un celebre scienziato che non ha esitato a utilizzare il bambino per i suoi studi sulla paura, mettendolo nelle situazioni più ardue e riprendendolo in ogni esperienza di vita. Il ragazzo diventa un cineoperatore ma anche un killer che filma le sue vittime infilzate dal treppiede della cinepresa. L'unica persona con cui il giovane riesce ad aprirsi è Helen, la dolce inquilina di cui Mark si è innamorato ma la polizia è ormai sulle sue tracce...
Michael Powell è stato un regista che ha rivoluzionato la cinematografia inglese in coppia con il regista di origine ungherese Emeric Pressburger, finito il sodalizio, che avrà una coda negli anni '70, Michael Powell gira L'occhio che uccide, un thriller psicologico che è in realtà un saggio sulla visione oggi considerato un capolavoro metacinematografico, fu stroncato dalla critica all'uscita in sala.
La trama thriller interessa poco al regista che apre il film mostrandoci il killer in azione con la sua prima vittima, una prostituta, poi ce lo mostra nella sua attività parallela, operatore e fotografo di donnine nude per il fiorente mercato pornografico gestito sottobanco da un irreprensibile edicolante. Anche quando non si serve della sua fedele cinepresa Mark resta un guardone e sbircia senza troppe remore nell'appartamento che ha affittato alle Stephens, madre e figlia. Se la ragazza è aperta e molto disponibile con Mark, la madre, cieca per colpa di un intervento agli occhi non riuscito, è l'unica a percepire la natura deviata che il giovane padrone di casa nasconde sotto l'apparenza di bravo ragazzo; ad interpretarlo c'è Carl Boehm, pseudonimo anglicizzato per l'attore austriaco Karlheinz Böhm che aveva raggiunto la notorietà con il ruolo del giovane imperatore Francesco Giuseppe nella smielata saga di Sissi.
La macchina da presa, unica compagna dell'infanzia traumatica è diventata per il protagonista un feticcio con cui guardare il mondo, l'ossessione paterna per la paura si esaspera nel figlio al punto di non solo filmare gli ultimi momenti di vita delle sue vittime, ma di porre uno specchio sulla telecamera perché loro stesse assistano orripilate alla loro uccisione.
Con il coraggio della sua ingenuità Helen da subito cerca di capire cosa si nasconde dietro gli strani comportamenti di Mark che non esita ad aprirsi, una metafora del bisogno di raccontarsi dell'artista.
Quella di Powell è una riflessione senza filtri sul mondo del cinema, comprese le scene divertenti del regista stremato dall'attrice “cagna” come direbbe Boris, e per sè il regista ritaglia il cameo del padre che compare di sfuggita in un vecchio filmino dell'infanzia di Mark.
La sensualità voyeuristica non è espressa solo dal mondo del porno, ma anche dal modo in cui Mark accarezza la gamba del treppiede che nasconde l'arma, un gesto che torna in Kill Bill nello sfioramento delle katane alludendo all'imprescindibile rapporto tra Eros e Thanatos.
Del resto il titolo originale allude alla leggenda di Lady Godiva, costretta ad attraversare nuda tutta Coventry in difesa del popolo che per onorarla rifiuta di alzare lo sguardo su di lei, tranne Tom, che non resiste alla tentazione e sbircia la donna, punito con la cecità. La morbosità voyeuristica è diventata arte ma conserva sempre il suo lato peccaminoso
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