La Maddalena Penitente di Washington è il primo quadro che accoglie lo spettatore alla mostra, opera emblematica dell'artista che ne dipinse diverse versioni, è un'immagine emblematica anche del lockdown che abbiamo trascorso, rinchiusi in solitudine a meditare sulla morte che ci circondava ed è toccante pensare alla solitudine del quadro nel periodo in cui la mostra, da poco allestita, è stata sospesa.
George de la Tour è un pittore caravaggesco noto per le sue opere a lume di candela, meno nota è la produzione “diurna” dell'artista che viene illustrata nella mostra: oltre all'abilità nel giocare con la luce e i suoi riflessi, l'artista è maestro di realismo, le opere diurne, che siano di genere (il suonatore di ghironda o La rissa tra musici mendicanti) o religiose (i tre apostoli di Albi) rappresentano con precisa minuzia di dettagli figure di umili del suo tempo di cui colpiscono le dentature sfatte, le unghie sporche e l'intensa espressività dei volti.
Come sottolinea il titolo dell'esposizione però, è la magia creata dalla luce candelare che determna la fama dei caravaggeschi, assieme alle quindici opere le maestro lorenese è infatti possibile ammirare le opere di altri artisti coevi a George de la Tour: dall'italiano Carlo Saraceni presente con una Natività a Gerrit de Honthorst noto in in Italia come Gherardo delle Notti, sono restata molto colpita dall'Amore Mercenario di Adam de Coster, che ha la potenza di 'istantanea rubata nello sguardo della prostituta fisso sullo spettatore.
Si nota come la luce della candela diveni anche un escamotage per dimostrare la propria abilità pittorica schermando la candela con la mano o oggetti vari per produrre complessi giochi di controluce.
Un capitolo è dedicato a Trophime Bigot, raffinato pittore francese misconosciuto che si va sempre più identificando con il Maestro di lume di candela la cui Vanitas presente in mostra era già nella mostra di Caravaggio del 2004.
Il bellissimo San Sebastiano curato da Irene di Bigot riporta a La Tour che a sua volta si è cimentato con questa iconografia, gli esisti sono molto diversi ma altrettanto affascinanti.
Anche nelle scene notturne il pittore si divide tra scene di genere, i giocatori di dadi e immagini religiose Giobbe deriso dalla moglie o l'educazione di Maria.
Chiude la mostra il San Giovanni Battista nel deserto una delle ultime opere del pittore che completa il suo lavoro di ricerca pittorica che rende i suoi lavori sempre più essenziali, nella gamma dei colori per sottolineare ulteriormente la spiritualità e la ricerca interiore ricollegandosi idealmente con la Maddalena che apre il percorso espositivo.
Palazzo Reale
Milano
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