Le locataire
Francia 1976
con Roman Polanski, Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Bernard Fresson, Jo Van Fleet, Claude Piéplu, Shelley Winters, Lila Kedrova
regia di Roman Polanski
Il timido impiegato Trelkowski trova un appartamento da affittare in cui fino a pochi giorni prima abitava una ragazza che si è lanciata di sotto. Per aver la certezza di poter affittare l'appartamento, Trelkowski va a trovare Simone Chule in ospedale e qui conosce la sua amica Stella con cui ha un rapporto sessuale. Il giorno dopo Simone muore e il giovane impiegato può stabilirsi nel suo appartamento. Ben presto però Trelkowski inizia a sentirsi vessato dagli altri inquilini che lo accusano di essere rumoroso e disturbarli durante la notte. Affascinato dagli oggetti di Simone che sono restati nell'appartamento, Trelkowski si convince che i suoi vicini congiurino contro di lui per fargli subire la stessa sorte di Simone...
Film poco amato da critica e pubblico all'uscita in sala, L'inquilino del terzo piano ha assunto col tempo lo status di film cult, chiudendo la cosiddetta trilogia dell'appartamento che comprende Repulsion e Rosemary's baby la differenza sostanziale con gli altri due film che hanno per protagonista una donna, è il punto di vista maschile: Trelkowski è un polacco naturalizzato francese che deve sempre fare i conti con una latente xenofobia che lo porta ad essere particolarmente accondiscendente e a subire le pesanti ramanzine del suo vecchio padrone di casa e le lamentele dell'intero palazzo. Il barista sottocasa poi non considera le richieste del giovane e gli propone la stessa colazione e le stesse sigarette che fumava Simone. La rabbia trattenuta di Trelkowski si trasforma in una paranoia persecutoria dove si convince che i suoi "nemici" vogliano fargli ripercorrere il tragico destino della precedente inquilina.
Fragile e suggestionabile, Trelkowski nasconde delle ambiguità morali e forse delle devianze sessuali: l'interesse per la sorte di Simone in coma è dettato dall'interesse di poter abitare l'appartamento senza il rischio che la precedente inquilina avanzi delle pretese nel caso si riprenda. La partecipazione al funerale è dettata dalla necessita di incontrare nuovamente la disinibita Stella facendo scaturire un senso di colpa che trasforma l'omelia del prete in un delirio accusatorio. Il fatto che a Simone non interessassero gli uomini lascia intendere un'omosessualità latente che potrebbe aver portato al travestitismo di Trelkowski che condivide con la precedente inquilina la passione per Stella.
L'ossessione per l'egittologia di Simone è un buon spunto per rivestire la trama di una patina horror basata sul mito della reincarnazione egizia e il bagno pieno di geroglifici, camera mortuaria/ macchina del tempo risulta sempre inquietante.
Pur nelle suggestioni surreali e kafkiane, Polanski omaggia chiaramente Alfred Hitchcock mettendo insieme spunti e citazioni da almeno tre suoi film: la carrellata iniziale sulle finestre dell'immobile rimandano a La Finestra sul cortile ma le tendine di pizzo dozzinale confondono la visione e non permettono di svelare i misteri come nell'elegante complesso residenziale americano. La scala elicoidale del palazzo e il ritorno della morta vengono da La donna che visse due volte e la trasformazione nella morta ricorda Psycho.
Notevole l'inquadratura finale che ripropone l'incontro di Stella e Trelkowski al capezzale di Simone: ora capiamo il significato dell'urlo della moribonda o chi per essa.
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