USA 1962
con Candace Hilligoss, Sidney Berger, Frances Feist, Herk Harvey, Stan Levitt, Art Ellison
regia di Herk Harvey
Tre ragazze vengono sfidate da due ragazzi e inizia una gara automobilistica che finisce drammaticamente con l'auto delle ragazze caduta da un ponte in un fiume limaccioso. Le ricerche sono difficili e solo una ragazza, Mary Henry esce miracolosamente illesa dalle acque del fiume. Dopo pochi giorni Mary si trasferisce nello Utah per fare l'organista in una chiesa. Mentre si avvicina alla città la sua attenzione viene attratta da una strana costruzione vicino al lago, un vecchio luna park abbandonato. Cominciano anche delle strane visioni che si fanno sempre più insistenti: Mary è perseguitata da un uomo inquietante e a sempre più spesso ha la sensazione di essere estranea al mondo: la gente non si accorge di lei e non le risponde. Un medico che l'aiuta durante una crisi isterica giustifica le sue crisi con il forte shock dell'incidente automobilistico ma la situazione si fa sempre più drammatica e nel giro di un giorno Mary perde il lavoro e la stanza in affitto, si rifugia nel luna park abbandonato ma verrà ritrovata solo la sua macchina mentre di lei non c'è più traccia... almeno nello Utah.
Carnival of souls è un b movie realizzato per il circuito dei drive in che ebbe scarso successo all'uscita ed è stato recuperato solo anni dopo diventando un cult del cinema horror. In Italia è uscito per la prima volta in dvd nel 2009.
La trama non lascia molto all'immaginazione: Mary Henry che, come si definisce lei stessa, ha una forte volontà, sfugge al suo destino ma la morte, anzi i morti sono sulle sue tracce e la riportano tra di loro nel vecchio luna park abbandonato. Ad inquietare però non è tanto la facile favola horror quanto la capacità del regista di raccontare attraverso di essa il senso di alienazione e di solitudine: l'alcol e il sesso per sfuggire alla noia rappresentati dal vicino di stanza lumacone, l'angoscia di risultare invisibili, cioè non essere considerati, dal mondo circostante, sono tematiche all'avanguardia per un film del 1962.
Nonostante sia un film low budget c'è un grande gusto per la composizione fotografica, un uso interessante del bianco e nero, una fotografia luminosa quando rappresenta la "normalità" della vita che lascia spazio al prevalere dei toni scuri quando ci si addentra nei lati più oscuri e perturbanti dell'animo umano.
Il vecchio luna park abbandonato è un'idea sempre affascinante per l'ambientazione di un film horror e la danse macabre girata a velocità accelerata è davvero inquietante, anche il trucco dei morti così sfatto è molto in voga dal Joker di Nolan in poi.
Ottima la scelta della protagonista, un volto angelico da vittima ma perfetto anche per una folle.
Commenti