USA 1923 United Artist
con Mary Pickford, Holbrook Blinn, Irene Rich, George Walsh, Charles Belcher, Frank Leigh, Mathilde Comont, George Periolat, Philippe De Lacy
regia di Ernst Lubitsch
Il lussurioso re di Spagna, informato dei toni lascivi del Carnevale di Siviglia, decide di recarsi nella città non certo per moderare gli animi ma per partecipare alla festa. L'arrivo del sovrano interrompe lo spettacolo di Rosita, una cantante di strada che così perde ogni compenso; tornata a casa trova anche il gabelliere che le chiede di pagare le tasse, irritata la fanciulla scrive una canzone di ribellione. Viene arrestata e l'unica persona che si schiera in sua difesa è Don Diego, un ufficiale che per difendere la cantante uccide una delle guardie e viene condannato a morte. Rosita invece viene trasferita dalla prigione al palazzo reale dove il re tenta di sedurla, solo l'arrivo provvidenziale della regina salva la ragazza. Per riconquistarla, il re le offre una villa e un appannaggio che Rosita rifiuta sdegnata ma i suoi genitori, che vivono alle sue spalle con altri tre figlioletti, la inducono a cambiare idea. La madre ricatta il re pretendendo che la figlia sposi un nobile e il re la fa sposare proprio a Don Diego per renderla subito vedova. Il matrimonio si svolge con i promessi bendati ma Rosita vuole conoscere il suo sposo e scopre che è l'uomo che l'ha difesa. Chiede quindi al re di salvare Don Diego dalla morte e il re le promette una fucilazione fittizia ma poi invia un secondo ordine per fare giustiziare Don Diego; la regina, interviene per sventare i piani del marito. Il primo ministro rivela a Rosita che la finta esecuzione era una bugia e la donna distrutta si reca al convegno amoroso con il re con l'intento di ucciderlo ma alla villa trova Don Diego vivo. Il re stupito lascia la villa e ad attenderlo in carrozza trova la regina che gli svela il suo duplice inganno.
Rosita è il primo film americano di Lubitsch, invitato negli Usa da Mary Pickford, "la fidanzatina d'America" moglie di Douglas Fairbanks e fondatrice con il marito e Chaplin della casa di produzione United Artist. Il progetto scelto fu un compromesso: l'attrice propose al regista un trito melodramma americano, il regista rispose con una versione del Faust, alla fine ci si accordò su questo progetto ispirato all'opera comica Don César de Bazan of Adolphe d'Ennery et Philippe Dumanoir.
Il film fu a lungo considerato perduto, ritrovato negli anni '60 venne restaurato nel 2016 e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2017.
E' un'opera importante nel percorso del regista berlinese che rappresenta la transizione tra i film in costume girati in Germania e i musical tratti da operette che avrebbero portato alle grani commedie sofisticate degli anni '30.
Il Lubitsch' touch emerge in dettagli divertenti: la famiglia di Rosita che vive da stracciona anche nella grande villa, con i panni stesi in salone, i continui tentativi di furto di oggetti preziosi. Lo sguardo ironico verso le donne: anche nel momento in cui il suo destino è più incerto Rosita non sa resistere a un cabaret di pasticcini. Donne vincenti come la regina, innamorata del suo vanesio marito che la tradisce con quasi tutte le dame di corte, ma quando la situazione con Rosita gli sta scappando di mano interviene prontamente e ristabilisce i ruoli con grande scorno del sovrano.
La produzione è sontuosa e resa magnificamente dal regista che, pur lavorando con la macchina da presa fissa, sa giostrare meravigliosamente gli spazi dei lussuosi palazzi con campi lunghi o ravvicinati, secondo l'esigenza interpretativa. C'è solo un piccolo movimento di macchina, quando la regina esce nel porticato e si accorge che nella stanza accanto il re sta illudendo Rosita con la falsa fucilazione, la macchina da presa di sposta leggermente per sottolineare che l'azione si svolge nella stanza attigua, poi c'è la raffinata scena dello specchio in cui la regina vede riflesso quel che avviene tra il re e la cantante.
E' il primo film che vedo con Mary Pickford, ho trovato un'attrice con molta verve (la caliente ambientazione spagnola la richiede) che sa essere seducente ma anche buffa con molte mossette e smorfie, un ideale femminile che ne tempo è andato perso in favore di una donna più algida che può esprimere sentimenti legati solo all'amore o al sesso.
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