Being There
USA, 1979
con Peter Sellers, Shirley MacLaine, Melvyn Douglas, Jack Warden, Richard Dysart, Richard Basehart, Ruth Attaway, David Clennon, Fran Brill
regia di Hal Ashby
Chance è il giardiniere analfabeta di un un ricco e strambo signore che lo ha accolto da bambino e non l'ha mai fatto studiare ne avere documenti, l'unico interesse di Chance è la televisione. Alla morte del vecchio il giardiniere viene cacciato dalla villa e si trova a dover affrontare il mondo ci cui non ha nessuna esperienza. Un piccolo incidente gli fa incontrare la moglie di un magnate che, per evitare grane, lo fa curare dal medico del marito. La strana personalità di Chance e il suo guardaroba perfetto (ha sempre indossato i vecchi abiti del vecchio) suscitano l'attenzione dei Rand e ben presto Chance si trova al centro dell'attenzione dei media, consigliere del Presidente americano e addirittura papabile prossimo presidente.
Pur non essendo il mio genere di film, troppo verboso e troppo reiterato nel giochetto dell'ingenuo che seduce tutti con la sua disarmante verità scambiata per tattica o genio, riconosco che il film sia molto valido.
Ottima l'interpretazione di Peter Sellers, la cui espressione monocorde ha reminiscenze keatoniane; l'attore volle fortemente fare il film tratto dal romanzo Presenze dello scrittore polacco Jerzy Kosinski che realizzò anche la sceneggiatura. La vecchia gloria del cinema in bianco e nero, Melvyn Douglas fu premiato con l'Oscar per il ruolo del vecchio Benjamin Rand, magnate ed eminenza grigia della politica americana (il film è ambientato a Washington) attaccato alla vita con istinto vampiresco (la flebo di sangue fresco per affrontare la cena di presentazione con Chance) che si arrende alla morte solo dopo la conoscenza di Chance che parla solo di giardinaggio, unica sua passione e conoscenza, scambiata per una raffinata metafora dalle menti sopraffine che governano il mondo. Divertente come sempre Shirley MacLaine, la moglie di Rand che causa l'equivoco che fa ritenere Giardiniere una figura di spicco della finanza mondiale, unico personaggio vitale in un mondo plumbeo e mortifero ben reso dalla fotografia spenta della pellicola; la donna finisce anche per innamorarsi del giardiniere.
Personalmente trovo poco graffiante la satira sulla dipendenza televisiva, Chance è un vero e proprio addicted ma la televisione è stata anche la sua (unica) maestra di vita e i toni e i modi garbati che tanto colpiscono il bel mondo sono la fedele riproduzione di quanto mostrato dalla tv. La critica è più rivolta agli intellettuali e ai politici che preferiscono cogliere sottigliezze che non esistono, elaborare ipotesi di complotto invece che accettare la verità che si palesa chiaramente sotto i loro occhi.
Interessante la colonna sonora, soprattuto la rielaborazione fusion di Also Sprach Zarathustra perfetta per la prima uscita nello squallore del mondo dell'"alieno" giardiniere, e omaggio a Kubrick con cui Seller girò due film.
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