USA 1921
con Rodolfo Valentino, Alice Terry, Pomeroy Cannon, Josef Swickard, Brinsley Shaw, Alan Hale, Bridgetta Clark, Mabel Van Buren, Nigel De Brulier
regia di Rex Ingram
Madariaga, il più ricco latifondista argentino, ha una predilezione per il nipote Julio Desnoyres mentre non sopporta i rigidi nipoti di origine prussiana; alla sua morte le due figlie si spartiscono l'eredità e tornano a vivere in Europa nei paesi dei rispettivi mariti: i von Hartrott si trasferiscono in Germania e i Desnoyers in Francia. Qui Julio e i suoi parenti conducono una vita sopra le righe, il padre Marcelo investe quasi tutti i beni in opere d'arte che conserva in un castello sulla Marna, il figlio studia arte e si mantiene frequentando il Tango Palace dov'è il re incontrastato del ballo. Julio s'innamora di Marguerite Laurier, la giovane moglie di un amico del padre che li sorprende. I Laurier divorziano mentre incalza la Prima Guerra Mondiale, Julio non ha l'obbligo di arruolarsi perché straniero mentre Margherite diventa crocerossina e scoperto che il marito è diventato cieco in battaglia, decide di tornare da lui. Julio allora parte volontario facendo la gioia del padre il cui castello è stato depredato e distrutto dai tedeschi. Julio morirà in missione trovandosi davanti il cugino tedesco, dilaniati dalla stessa cannonata.
Il film che regala la notorietà a Rodolfo Valentino, grazie alla sensualità dei suoi balli e il magnetismo del divo è innegabile già solo per essere credibile nell'improbabile abbigliamento da gaucho con cui appare nella scena iniziale.
I quattro cavalieri dell'Apocalisse è tratto dall'omonimo romanzo di Vicente Blasco Ibáñez sceneggiato da June Mathis a cui va anche il merito di aver scelto Valentino per il ruolo principale.
Il film parte come in dramma sentimentale poi, con lo scoppiare della guerra s'innesta una vena surreale con le profezie dell'esule russo Tchernoff: i quattro cavalieri dell'Apocalisse vengono rappresentati in maniera sempre più terribile, Conquista e Guerra sono due cavalieri medievaleggianti ma Carestia ha già un aspetto orripilante che introduce al definitivo teschio di Morte.
La Bestia che li scatena è un mostro metallico ispirato al Moloch di Cabiria.
Il film fu un'opera costosa ed imponente che ebbe un grande successo al botteghino grazie alla varietà di scenografie: l'Argentina, Parigi, il castello e il borgo sulla Marna, le scene in trincea.
Ci sono tocchi comici anche nei momenti più drammatici: i beni di una contadina che sta lasciando la casa cadono dalla finestra, sulla testa di un uomo in fuga.
Interessante l'uso degli animali metaforico di alcune situazioni: il litigio tra Chichi, la sorella di Julio e il fidanzato viene seguito da una baruffa tra un gatto e un cane, animali infiocchettati e da salotto, a significare la piccolezza della baruffa tra i due esponenti del bel mondo. Julio ha invece una scimmietta ammaestrata che la madre gli spedisce anche al fronte mentre quando Margherite sta per lasciare nuovamente il marito e tornare da Julio c'è un criceto che gira nella ruota. La decisione di lasciare per sempre Laurier è bloccata dall'apparizione di Julio, appena morto in guerra: il sentimentalismo e la retorica dell'intervento americano, non tolgono potenza a un film magmatico che riesca ancora ad appassionare lo spettatore.
Commenti