An American Werewolf in London
USA 1981 Universal
con David Naughton, Griffin Dunne, Jenny Agutter, John Woodvine, Anne-Marie Davies, Frank Oz, David Schofield, Brian Glover, Don McKillop
regia di John Landis
Due studenti americani in vacanza nel nord dell'Inghilterra finiscono vittime di un lupo mannaro: Jack viene sbranato mentre David solo ferito e trasportato a Londra. Dopo due settimane tra la vita e la morte al ragazzo viene raccontata una versione un po' diversa sull'aggressione da quel che ricorda ma la sua mente è pervasa da strani incubi. A ridosso del nuovo plenilunio il fantasma di Jack appare all'amico per informarlo che presto si trasformerà in un lupo mannaro e consigliargli il suicidio perché le vittime dei lupi mannari restano sospesi tra la vita e la morte fino a quando non si spezza la linea di sangue dei mostri che li hanno uccisi. Ancora una volta David pensa di essere vittima di allucinazioni e si trasferisce a casa di Alex, l'infermiera che l'ha accudito e di cui si è innamorato ma la prima notte di plenilunio David si trasforma e uccide sei persone. Il giorno dopo le sue vittime lo incontrano con Jack in un cinema porno e gli consigliano nuovamente la morte. Nel mentre David si trasforma nuovamente e per evitare altre vittime si lascia uccidere dai poliziotti.
Tra tutti i film recuperati in questo periodo di lockdown Un lupo mannaro americano a Londra è quello che ho trovato più in relazione alla pandemia perché racconta come l'imponderabile sia escluso dalla civiltà contemporanea: se nella brughiera desolata un lupo mannaro può fare una vittima o poco più a plenilunio, nel cuore di Londra il lupo mannaro non solo riesce a uccidere sei persone in una notte, ma la sua sola presenza scatena una serie di incidenti automobilistici con danni collaterali, gli stessi che dobbiamo ancora valutare e gestire per “imparare a convivere col virus” come dice l'abusato slogan.
Un lupo mannaro americano a Londra è un caposaldo del nuovo modo di fare horror a partire dagli anni'80 con grande attenzione agli effetti speciali: la trasformazione di David in lupo mannaro sotto l'occhio della telecamera è passata alla storia; non mancano i tocchi umoristici: la normalità con cui prosegue il rapporto tra David e l'amico morto Jack, che ogni volta che si presenta è sempre più incancrenito e nell'ultimo incontro ha un trucco molto simile a quello riproposto due anni dopo da Thriller di Michael Jackson. L'incontro di David con le sue vittime, già surreale di per sé, avviene in un cinema porno e le sue vittime insanguinate lo consigliano sul metodo più efficace ma indolore di suicidarsi.
Non manca il romanticismo con Alex che va incontro al mostro e gli confessa il suo amore toccando la parte ancora “umana” della bestia che si fa sparare anche per salvarla.
Per nobilitare l'approccio più leggero ma comunque inquietante all'horror si ricorre alle citazioni, si nominano esplicitamente L'implacabile condanna ma soprattutto L'uomo lupo con Lon Chaney Jr, del resto il film di Landis è una produzione Universal, la storica casa cinematografica della grande stagione dei mostri anni '30.
Ovviamente non possono mancare citazioni da Il bacio della pantera: l'inseguimento nella metropolitana s'ispira chiaramente alla scena della piscina del film del 1942 mentre il risveglio nella gabbia dei lupi allo zoo rimanda sempre al film del 1942 ma mi pare che venga ripresa nel remake del 1982.
Da notare anche la cura nella scelta della colonna sonora: tutti i brani cantati hanno a che fare con la luna e Blue Moon viene declinata in pù versioni.
Curiosità, al termine dei titoli di coda c'è una dedica che vuole onorare il matrimonio di Carlo e Diana ecco, quarant'anni dopo possiamo dirlo: dedicare un film dell'orrore per un matrimonio non è elegante e possiamo proprio dire che non porta bene.
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