That Lady in Ermine
USA 1947 20th Century Fox
con Betty Grable, Douglas Jr. Fairbanks, Cesar Romero, Harry Davenport, Reginald Gardiner, Walter Abel, Reginald Gardiner
regia di Ernst Lubitsch e Otto Preminger
Angelina, contessa di Bergamo non riesce a consumare la notte di nozze con il conte Mario perché il castello viene requisito dagli ungheresi. Il colonnello Ladislas Karolyi Teglas rimane subito colpito da un ritratto di un'ava di Agelina, Francesca che nel '500 salvò il castello. Le due donne si somigliano come due gocce d'acqua ma Angelina rifiuta il corteggiamento del bell'ungherese che viene sedotto in sogno da Francesca. Mario torna al castello travestito da zingaro ma quando scopre che Teglas non l'ha fatto fucilare pur avendolo scoperto, dubita della moglie buttandola definitivamente tra le braccia di Ladislas.
La signora in ermellino è l'ultimo film di Lubitsch che morì d'infarto al nono giorno di riprese. A sostituirlo arrivò Otto Preminger che non si fece accreditare nei titoli di testa per rispetto al maestro berlinese.
Si tratta di un musical fantasy: tutta la quadreria di antenati la notte esce dai quadri per commentare i fatti della giornata e il nuovo assedio del castello porta gran scompiglio tra i nobili fantasmi che si appellano nuovamente al coraggio di Francesca.
La pellicola è ispirata all'operetta Die Frau im Hermelin by Rudolph Schanzer and Ernst Welisch da cui erano già stati tratte due versioni cinematografiche nel 1927 e nel 1930.
Il film avrebbe segnato il ritorno di Lubitsch al musical dopo oltre un decennio, da La Vedova Allegra del 1934.
Difficile parlare di un film che viene attribuito a un regista ma che in realtà è stato portato a termine da un altro che ha sempre ammesso di non aver mai apprezzato la storia e di averla spenta. Nonostante i problemi di produzione il film resta godibile e aleggia impalpabile il fantasma del Lubitsch's touch.
Io vedo un rovesciamento nei generi: la figura del bell'ufficiale è un classico del cinema lubitschiano ma questa volta Teglas non è uno sventato sciupafemmine, piuttosto un severo ufficiale caratterizzato dal tonante richiamo del suo attendente, Horvath che ritroviamo anche nel conte di Ravenna (sempre Fairbanks Jr.) quando chiama Benvenuto.
E' Francesca, figura di sogno che arrivò ad uccidere il conte di Ravenna a cui si concesse per salvare il suo castello, a rappresentare l'amore e sa essere adorabile e crudele al contempo facendo innamorare il bell'ungherese mentre Angelina resta fedele al marito anche se il loro è un matrimonio combinato (ma ci fu lo zampino della censura che bocciò la prima stesura) e solo quando si accorge che il marito non ha fiducia in lei lo lascia -ricordiamo che il matrimonio non era stato consumato- e ritrovando l'indole dell'ava raggiunge Ladislas con tanto di prete per convolare a giuste nozze.
Un femminile più pragmatico e volitivo che batte la vigliaccheria di Mario e il romanticismo di Ladislas: forse Lubitsch aveva capito che dopo la guerra le donne non erano più le stesse.
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