Phantom of the Opera
USA 1943, Universal
con Nelson Eddy, Susanna Foster, Claude Rains, Edgar Barrier, Leo Carrillo, Miles Mander, Hume Cronyn, Fritz Leiber, J. Edward Bromberg, Frank Puglia
regia di Arthur Lubin
Il violinista Erique Claudin viene allontanato dall'orchestra dell'Opera di Parigi perché l'età non gli permette più di eseguire virtuosismi. Il cruccio di Claudin è di non poter più pagare le lezioni di canto alla promettente corista Christine DuBois di cui è segretamente innamorato e i cui studi finanzia di nascosto. Il musicista tenta di vendere una sua composizione ma credendo che l'editore stia rubando la sua musica lo uccide e nella colluttazione rimane sfigurato con l'acido. Si rifugia nei sotterranei del teatro e continua ad uccidere per favorire la carriera di Christine, ma alla fine, impazzito del tutto, rapisce la ragazza per tenerla con sé. La salveranno i suoi due pretendenti il baritono Anatole Garron e il poliziotto Raoul Daubert.
Dopo quasi vent'anni la Universal riporta sullo schermo il classico del cinema muto, con l'iconica interpretazione di Lon Chaney.
La nuova versione è una sfavillante e lussuosa produzione in technicolor che vinse l'Oscar alla fotografia e alle scenografie nel 1943 ma che ha ben poco a che fare con la versione del 1925: si preferiscono i toni del melodramma a quelli orrorifici e solo la parte finale nei sotterranei del teatro riprende anche visivamente il film muto anche se vennero riutilizzate molte delle scenografie del 1925.
Claude Rains, già mostro classico Universal nei panni de L'Uomo Invisibile nel 1933, fu scelto dopo aver vagliato diversi altri attori.
Il melodramma ruota tutta attorno all'amore inespresso che l'attempato violinista nutre per la bella corista, conscio della differenza d'età, Claudin si limita a pagare di nascosto le lezioni di canto della fanciulla con la complicità del suo maestro di canto, dopo l'omicidio dell'editore Pleyel per il musicista è un crescendo di follia che lo porta alla morte.
Christine, nonostante la pena espressa per la morte del violinista, è bella quanto superficiale e si giostra abilmente tra la corte del baritono e del poliziotto, alla fine preferirà il successo all'amore e ai due rivali non resterà che diventare buoni amici.
La rivalità tra Garron e Daubert è descritta con tocchi comici: arrivano a tempo, dicono contemporaneamente le stessi frasi d'amore, regalano lo stesso bouquet di fiori.
Non sono gli unici tocchi umoristici della pellicola, anche la leggenda del Fantasma dell'Opera entra in scena con toni da barzelletta con il direttore che ne mima le sembianze: naso lungo e pizzo sul mento.
La storia è appena sbozzata, se si calcola che il film dura poco più di novanta minuti e una buona parte sono spese nelle riprese degli spettacoli operistici per dar modo al protagonista Nelson Eddy di dimostrare le sue abilitò canore. Lo spazio riservato al Fantasma è davvero poco e spesso si staglia solo la sua ombra, in bianco e nero, quasi a rinverdire un legame con i mostri classici degli anni '30.
Un film piacevole ma davvero molto lontano dal capolavoro del muto e anche dal romanzo di Gaston Leroux.
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